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Kit anti-Covid multilingue, a Modena nasce l’iniziativa per aiutare gli stranieri

Roma, 30 novembre 2020 – Sono ormai molti anni che l’azienda Usl e la Cooperativa Caleidos si dedicano all’aiuto e alla tutela della salute dei richiedenti asilo con problematiche psico-patologiche. E in un periodo di emergenza sanitaria, il loro lavoro non poteva di certo cambiare. Così, a Modena, hanno pensato, e realizzato, un kit anti-Covid da distribuire agli stranieri che godono della protezione internazionale, ma non della rete di accoglienza statale.

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Kit anti-Covid agli stranieri, l’iniziativa di Caleidos

All’interno del kit anti-Covid che viene distribuito agli stranieri sono presenti sette mascherine chirurgiche, un flacone di gel igienizzante e un opuscolo multilingue con le misure per la prevenzione del contagio. L’iniziativa rientra nel piano di azioni di prevenzione e informazione che mira al contenimento del coronavirus, fidanzate dal progetto Fami Start-ER2. “L’azione specifica di prevenzione e informazione si è affiancata in maniera sinergica al servizio di prossimità a tutela della salute pubblica svolto dalle Unità di strada. Oltre alla distribuzione dei kit, è infatti presente una costante attività di sensibilizzazione e informazione sul corretto utilizzo dei dispositivi di protezione individuale. Ma anche sulle misure di igiene personale e sulla rete dei servizi socio-sanitari. C’è inoltre una valutazione generale sulle condizioni psico-fisiche e misurazione della temperatura”, ha spiegato Cinzia Zanoli, referente del progetto per l’Azienda Usl Modena.

Al momento sono circa 300 i kit anti-covid destinati agli stranieri disponibili. Verranno destinati, in particolar modo, agli immigrati richiedenti o titolari di protezione internazionale senza rete di accoglienza. “Le attività di domiciliarità e di prossimità sono strategiche per raggiungere fasce di popolazione che altrimenti non sarebbero raggiungibili da interventi informativi e di prevenzione. In questa era di pandemia è necessario ridurre i rischi di contagio con una corretta informazione sulle misure di prevenzione. E’ parlando in lingua che le persone entrano in contatto con i Servizi di prossimità. Nelle Unità di Strada, infatti, sono presenti mediatori linguistici che rendono le informazioni comprensibili”, ha sottolineato Chiara Gabrielli, responsabile del Servizio Dipendenze patologiche di Modena.

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