Oltre l’Adriatico, attraverso la storia, i paesaggi e l’architettura albanesi
Roma – 28 maggio 2008 – “L’Albania è un paese grande come il Piemonte, posto al di là del Mare Adriatico, proprio di fronte alla Puglia da cui la separa il Canale d’Otranto. L’Italia mantiene con l’Albania ottimi rapporti. Il Territorio albanese è molto povero, e la scarsa popolazione, quasi tutta dedita all’agricoltura e alla pastorizia, è molto ardita. Il territorio in parte è montuoso, in parte pianeggiante e attraversato da fiumi”.
Questa è l’Albania come viene rappresentata in un libro, il testo della quinta classe elementare, il sussidiario di ogni scolaro italiano degli anni venti. L’Albania (che all’epoca aveva da poco acquisito l’indipendenza dopo cinque secoli d’impero ottomano, era stata occupata da sette eserciti durante la prima guerra mondiale, e solo agli inizi degli anni venti era diventata una Repubblica) ha nel frattempo avuto un re, è stata occupata dagli italiani e dai tedeschi durante la seconda guerra mondiale, e poi flagellata di nuovo non più dalle guerre ma dai piani quinquennali di 45 anni di comunismo.
Il piccolo paese “grande come il Piemonte” è veramente piccolo, solo 28.000 km quadrati, ma ha al suo interno un affascinante concentrato di natura, storia e cultura. Un paese rimasto in molte aeree selvaggio e puro, così come in altre è deturpato dai terrazzamenti e bunker socialisti, e ultimamente, dalla furia dei nuovi palazzinari. Antichi anfiteatri romani, monumenti classici e castelli medievali si ergono accanto a pianure intere coperte da complessi industriali cinesi. Chiese cattoliche e ortodosse, minaretti di splendide moschee si innalzano sornioni e dispettosi di fronte a palazzi in austero stile fascista o freddi canoni sovietici.
La natura
Tutta la storia millenaria dell’Albania, antica e moderna, si mette in mostra in mezzo ad un palcoscenico naturale che va dalle alte montagne innevate, i boschi estesi e fitti, i laghi, fiumi e ruscelli rumorosi e cristallini, le meravigliose spiagge, di sabbia e di roccia, lambiti dalle acque cristalline di due mari, l’Adriatico e lo Jonio.
Questo mondo affascinante, vergine e violentata al contempo, è a soli 60 miglia dall’Italia, raggiungibile in meno di un ora di volo da Roma o molte altre città, o via mare, con le frequenti navi e traghetti che salpano dai porti di Trieste, Ancona, Bari, Brindisi, Otranto.
Tirana
Il vostro viaggio includerà senz’altro Tirana, la capitale, diventata negli ultimi anni una città con quasi un milione di abitanti. Tanti, (tantissimi per un paese con un popolazione di soli quattro milioni, dei quali quasi un milione vive all’estero) ma che nella loro variegata composizione danno alla città una vitalità sconvolgente. Una città con traffico caotico nelle vie principali, ma pieno di viuzze, boulevard, o parchi da girare a piedi, con il bazar accanto ai negozi di alta moda, i ristoranti con piatti tipici albanesi (la cucina è fortemente influenzata da quella turca) e raffinati ristoranti di lusso, il bar dove ti servono il caffè turco e altri dove rigorosamente solo l’espresso italiano (ottimo, oltretutto), una città che va a dormire presto, e un’altra, sempre la stessa, che vive rumorosamente la sua vita notturna nei tanti bar gioviali e giovanili del Bllok.
Da Tirana si puo’ decidere di partire verso Sud oppure verso Nord. Se si va a Nord, si passa per Kruja, la città dell’eroe nazionale Giorgio Castriota Scanderbeg, con il suo castello medievale, e il bellissimo bazar artigianale, eredità dei vecchi bazar orientali. Salendo ancora, si può decidere se avventurarsi al nordest, per immergersi tra le montagne e i laghi carsici, oppure continuare dritto verso Scutari, l’antica fortezza illirica diventata importante città di cultura medievale sotto i veneziani. Dall’imponente collina dove si erge l’enorme castello di Rozafa il lago di Scutari si estende all’occhio fino all’altra sponda, territorio montenegrino.
Durazzo
Se invece da Tirana si sceglie di andare al sud, si fa prima un salto a Durazzo, a 43 kilometri da Tirana. Il porto principale del paese è una delle città più antiche dell’Albania, fondata nel 627 a.c. Per secoli uno dei porti principali dell’Adriatico, da Durazzo partiva anche l’antica Via Egnatia, la “continuazione” di via Appia, che collegava l’Impero dell’Occidente con quello d’Oriente a Costantinopoli. Il bellissimo e ben conservato anfiteatro romano di Durazzo è nella lista dei monumenti da metter sotto la tutela dell’Unesco. Durazzo è anche un importante centro balneare con spiagge affollate che si estendono per chilometri.
Apollonia
Continuando verso sud, si passa all’area archeologica di Apollonia, antica città greco-romana, punto terminale di via Egnatia. Vicino ai ruderi ben conservati, un bellissimo monastero e chiesa bizantina. Si continua per il sud, passando per Valona, importantissima e bellissima città al sud della quale si estendono spiagge pulitissime e strutture alberghiere moderne. Il paesaggio diventa mozzafiato continuando la strada che accosta dall’alto delle rocce il mare scendendo verso le belle spiagge di Dhermi, Saranda e Himara. O si va verso l’interno per visitare la sorprendente città museo di Argirocastro, patrimonio dell’umanità dall’Unesco, abbarbicata sulla montagna, un raro esempio di città ottomana così ben conservata.
A sud di Argirocastro, passando per Saranda (l’antica Santi Quaranta che durante l’occupazione italiana il Conte Ciano la ribattezzò Porto Edda in onore della moglie…) si va alle antiche rovine della città di Butrinto, patrimonio dell’umanità, la più importante area archeologica d’Albania, da un insediamento illirico a città greco-romana, portata alla luce dalla missione archeologica italiana, negli anni venti. Vicino alle rovine, un bellissimo castello di feudatari albanesi.
Più a sud, si va in Grecia, ma potreste risalire, dall’interno, e seguire il corso dei fiumi, attraversare strade immerse nei boschi, scegliere altri itinerari da Tirana verso est, passando per Elbasan, antica città romana e poi fortezza turca con un enorme castello, bellissime chiese bizantine, e intatti bagni turchi, o andare a Berat, peculiare e pittoresca città d’arte, con un importante castello e chiese medievali dove gli affreschi dei più importanti pittori albanesi sono ben conservati.
Non ci sono molte guide turistiche sull’Albania. Ma se volete un consiglio, leggetevi “ la guida rossa” del Touring Club, pubblicata nel 1939 dopo l’occupazione italiana dell’Albania, e ristampata nel 1997. Sarà interessante vedere con gli occhi i cambiamenti, e trovare, intatte, molte aree del paese, considerato solo 50 anni fa “piena Arcadia”, e oggi, ancora tutto da scoprire.
A cura della redazione del mensile “Shqiptari i Italise” (L’Albanese d’Italia)
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