Le reazioni degli alleati dopo le parole di Berlusconi. Il "no" dell’opposizione Roma – 5 giugno 2008 – Mentre il ddl che lo prevede arriva in senato, continua i confronto all’ interno della maggioranza sul reato di clandestinità, "scaricato" dal leader del Popolo della libertà Silvio Berlusconi ma difeso dalla Lega.
Il leader delle camicie verdi Umberto Bossi è accomodante: "Sono sicuro che troveremo una linea. Nel centrodestra non c’é nessuna lite". Più duro il ministro per la Semplificazione Roberto Calderoli, che non solo ribadisce che quello della clandestinità è giusto che diventi un reato, ma parte all’attacco del Vaticano, sostenendo che anche la Santa Sede prevede l’espulsione e l’arresto fino ad un anno per gli ‘irregolari’.
Nessuna lite e nessuna marcia indietro, afferma il ministro della Difesa Ignazio La Russa, secondo il quale, che si scelga l’aggravante o il reato, "l’importante é che sia chiara la volontà del governo di contrastare l’immigrazione clandestina". Intanto ieri il presidente della Camera Gianfranco Fini difendeva la costituzionalità del reato di immigrazione clandestina.
L’opposizione, che dice no al reato e all’aggravante di clandestinità, punta il dito contro le posizione non univoca della maggioranza.
"Quando l’azione di governo è dettata da emozioni inconsulte – commenta il vicepresidente del Pd alla Camera Gianclaudio Bressa – l’unico risultato possibile è la confusione". E di confusione parla anche il presidente dei senatori del Pd Anna Finocchiaro: "Mi auguro che la maggioranza faccia chiarezza" al suo interno e che analizzi con calma la situazione senza "strizzare solo l’occhio alla piazza".
Secondo Antonio Di Pietro va punito chi commette reati, "che sia italiano o straniero. Non si può punire invece con un’aggravante o come fosse un reato chi ha un colore di pelle diverso dal nostro".