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A Milano cresce sempre di più Wasi, lo sportello di ascolto psicologico per donne migranti

Roma, 2 gennaio 2023 – A Milano cresce sempre di più Wasi, uno sportello psicologico per donne migranti nel quale poter trovare un rifugio dalla violenza e, all’occorrenza, opportunità lavorative. Nato nel 2019, in particolare modo dopo la pandemia è diventato un punto di riferimento. Il nome del progetto non è casuale: in quechua, infatti, una delle lingue dell’America latina, Wasi significa casa. E lo scopo è proprio questo: riuscire a garantire alle donne migranti in difficoltà un luogo nel quale sentirsi al sicuro.

Donne migranti, a Milano uno sportello di ascolto psicologico

Il progetto è stato ufficialmente avviato a gennaio 2020, proprio prima dell’arrivo della pandemia. Ogni trimestre, sono circa 90 le donne che si rivolgono a Wasi. Il 46% sono di lingua spagnola, il 31% di lingua araba, il 10% di lingua portoghese. L’8%, poi, di lingue slave e il 5% di lingua inglese. Durante la pandemia, il centro di ascolto ha visto aumentare i bisogni e ha accelerato le sue attività, portando a un aumento delle psicologhe da quattro a sei. Tutte di lingua e etnia diverse per poter offrire una comprensione linguistica e culturale più profonda alle donne migranti. I problemi più comuni segnalati dalle donne sono ansia e depressione, ma non solo: ci sono anche denunce di violenza, conflitti familiari e disturbi psichiatrici.

Gli incontri di assistenza psicologica sono individuali, e vengono affiancati da gruppi di auto-mutuo aiuto (Ama), in cui le donne possono condividere le loro esperienze e sostenersi a vicenda. Inoltre, Wasi offre anche corsi di formazione professionale e supporto per l’inserimento lavorativo.

Il nome Wasi è stato scelto con cura. Quattro lettere in grado di esprimere il significato dell’iniziativa, senza trascurarne le origini. L’intento è di unire alla competenza professionale la piena capacità di comprensione linguistica e culturale, conoscere il loro stile di vita e le loro esigenze. Ad aver bisogno sono donne di diverse fasce di età: le under 30 sono il 27%, dai 30 ai 40 anni abbiamo una percentuale del 38% dai 41 ai 50 anni sono il 20%, mentre over 50 un 14%. I problemi più evidenti denunciati dalle migranti sono ansia e depressione”, ha spiegato a Sanità Informazione Lucia Fucinelli, responsabile dello sportello psicologico per donne migranti realizzato attraverso la collaborazione tra le sedi di Roma e Milano dell’agenzia Scalabriniana per la cooperazione e lo sviluppo.

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