(ANSA) – WASHINGTON, 25 GIU – La nuova ondata di misure in Italia contro gli immigrati trova un riflesso anche sul fronte culturale: l’interesse degli italiani per le altre culture appare sempre più "tiepido". E’ un famoso critico del New York Times, Michael Kimmelman, a lanciare il sasso, in una corrispondenza da Roma, indicando una serie di segnali su fronti diversi: deserte le mostre su altre culture, moribondi i programmi per esporre i bambini italiani a culture diverse, in crisi persino le iniziative sul fronte dell’esplorazione di cibi diversi. "L’Europa, con tutte le sue diversità etniche, può essere notevolmente provinciale. Il nuovo governo italiano è giunto al potere due mesi fa con una piattaforma che prometteva di colpire l’immigrazione illegale – scrive il critico – Il governo Berlusconi ha appena proposto una delle più severe leggi anti-immigrazione viste in Europa provocando l’opposizione di associazioni per i diritti umani, del Vaticano, dell’Onu e anche di magistrati italiani preoccupati da una pioggia di processi". "Ma il problema è che con un tasso di nascite sempre più basso ed una popolazione sempre più vecchia l’Italia non può più sopravvivere senza i lavoratori stranieri – scrive – Albanesi e romeni assistono gli anziani, indiani pascolano in Emilia-Romagna le mucche che producono il latte per il parmigiano". L’articolo è illustrato da un poster della Lega che mostra un pellerossa e la scritta "Loro hanno subito l’immigrazione, ora vivono nelle riserve!". E ricorda che il nuovo sindaco di Roma Gianni Alemanno "non ha detto quasi niente sulla cultura e sull’arte se non per tagliare i fondi del festival estivo della città". Roma, "una calamita per gli stranieri", aveva adottato negli ultimi anni alcune iniziative per affrontare la sua realtà multiculturale. Ma secondo il critico del NYT, questi programmi sono adesso quasi tutti in crisi o moribondi. "Gli studenti romani sono tornati ad una dieta di spaghetti al ragù adesso che un programma interculturale per servire una volta al mese un pranzo di tema internazionale è stato abolito", si legge nell’articolo, che elenca una serie di iniziative, ora in crisi, per aumentare il contatto degli italiani con culture diverse. "L’Italia sta vivendo uno shock culturale simile a quello vissuto dagli Stati Uniti un secolo fa quando milioni di italiani immigrarono in America – scrive il NYT – I romeni sono il segmento in crescita più rapida. Ma i romeni compongono anche il 5,7 per cento della popolazione carceraria. Un terzo dei detenuti, in Italia, sono stranieri". (ANSA)
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IMMIGRAZIONE: NYT, ITALIANI TIEPIDI VERSO ALTRE CULTURE
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