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Migranti, perchè a Lampedusa sono sbarcate così tante persone in due giorni

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Roma, 14 settembre 2023 – L’hotspot di Lampedusa, progettato per ospitare un massimo di 400 persone, è ora sovraffollato con oltre 6.000 individui, tra cui molte famiglie con minori. Questa situazione critica sta sollevando preoccupazioni sulla capacità di Lampedusa di far fronte all’afflusso incessante di migranti e richiedenti asilo. Secondo la Croce Rossa, però, gli sforzi per trasferire i migranti dal centro di Lampedusa ad altre destinazioni sembrano procedere senza intoppi. Tuttavia, c’è una sfida costante poiché il centro di accoglienza si riempie rapidamente dopo ogni svuotamento. A fronte di questa situazione, una domanda sorge spontanea: perchè nelle ultime 48 ore gli sbarchi sono aumentati in modo così significativo?

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Migranti, perchè gli sbarchi sono aumentati così tanto da un giorno all’altro

A spiegare il perchè di questo aumento improvviso di sbarchi di migranti è stato Flavio Di Giacomo, portavoce per l’Italia dell’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni, intervistato da Fanpage.it. “Bisogna considerare il fatto che in termini assoluti il numero degli arrivi via mare registrato quest’anno è un numero alto, ma non altissimo, in linea con quanto abbiamo visto a fine settembre 2016. Ma nel 2015-2016 le persone che arrivavano partivano dalla Libia, venivano salvate in mare dalle Ong, dall’operazione Sophia per essere condotte nei grandi porti siciliani. Dove la gestione di flussi così grossi, anche di 1000 persone per volta, funzionava quasi come un orologio. Mentre adesso non si parte più dalla Libia, ma soprattutto dalla Tunisia.

Nella rotta tunisina non c’è mai stato un salvataggio che poi si sia concluso con lo sbarco in Sicilia, perché la Tunisia è vicinissima a Lampedusa, quindi i migranti che non arrivano da soli vengono soccorsi a pochi chilometri dall’isola e portati poi all’hotspot di contrada Imbriacola. Questa è la principale novità: se prima, su circa 120mila persone, solo 9mila arrivavano a Lampedusa, adesso 60-70mila su 115mila sono sbarcati a Lampedusa. Ed è un numero alto per l’isola, anche se non è un numero alto per l’Italia. Quindi si tratta non di un’emergenza numerica, ma di un’emergenza operativa per l’isola, per cui è veramente difficile trovare soluzioni nell’immediato

La rotta tunisina permette, se non ci sono problemi, di arrivare a Lampedusa in 8-10 ore. In caso di problemi la traversata dura 25-30 ore, ma di fatto l’isola è facilmente raggiungibile. E questa è una novità per un’isola così piccola, che ha un centro che può ospitare al massimo 400 persone. Anche se devo dire che effettivamente i trasferimenti stanno procedendo rapidamente”, ha spiegato.

I nuovi flussi dalla Tunisia

“In Tunisia c’è una crisi che determina l’aumento dei flussi verso l’Italia. Per la prima volta la Tunisia è diventato il primo Paese di partenza. Anche se l’aumento che osserviamo in questi giorni, lo ribadiamo, è un aumento a cui il nostro Paese è perfettamente abituato. Però quando i migranti partivano dalla Libia era per assurdo una situazione più facile da gestire, perché salvare le persone in alto mare, almeno quando si consentiva alle ong di lavorare, era più semplice. Adesso non si salvano più in alto mare le persone che partono dalla Tunisia. E questo anche perché quella non è mai stata una zona pattugliata da grandi navi. Soprattutto, però, nella maggior parte dei casi i migranti arrivano a Lampedusa prima che si possa andare a recuperarli. Perché se si salvassero prima e si portassero in Sicilia non si verificherebbe questa situazione a Lampedusa.

Prima, infatti, con un singolo salvataggio di un barcone che salpava dalla Libia si salvavano 250 persone. Ora dalla Tunisia partono mini barchini, per cui per salvare 250 persone servono 5-6 salvataggi. È tutto operativamente molto più complicato“. Questo anche perchè per le navi delle Ong è sempre più difficile effettuare dei soccorsi. Trovare una soluzione, comunque, non è semplice, ma per Di Giacomo sicuramente non è chiudere le rotte. “Parliamo sempre di persone che partono a seguito di situazioni drammatiche, che hanno bisogno di assistenza e protezione: in Tunisia questi migranti subiscono discriminazioni, chi proviene dalla Libia è vittima di abusi e torture. Bisogna continuare a lavorare sui push factors, cioè appunto le discriminazioni e la crisi economica e politica che sta vivendo il Nord Africa”, ha infatti sottolineato.

Oggi il problema è Lampedusa, dunque bisogna fare in modo che queste persone non arrivino sull’isola, ma siano trasferite“, ha dichiarato poi in conclusione.

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