SERVONO INFORMAZIONI APPROFONDITE PER RIABILITARE IMMIGRATI
(ANSA) – ROMA, 27 GIU – I giudici dei Tribunali di sorveglianza non possono negare la certificazione di buona condotta, sulla sola base di sommarie informazioni provenienti dalle autorità di polizia, agli stranieri che vogliono tornare in Italia dopo essere stati condannati ed espulsi a seguito della commissione di reati nel nostro Paese. Lo sottolinea la Cassazione rimproverando al Tribunale di Sorveglianza di Bari di aver negato il ‘patentino’ della riabilitazione a Isuf X., – un albanese espulso per la sua cattiva condotta penale – sulla scorta di "generiche negative informazioni di polizia" che non "menzionavano circostanze specifiche" alle quali l’albanese potesse ribattere in un "contraddittorio effettivo con la difesa". In particolare la Suprema Corte – con la sentenza 25743 della Prima sezione penale – spiega che "per rigettare una domanda di riabilitazione, le informazioni delle autorità di polizia, per esser validamente poste a base della decisione, non possono essere generiche o limitarsi ad affermazioni apodittiche, ma debbono riferire fatti specifici e concreti relativi alla condotta del condannato, perché il diniego di riabilitazione non si può fondare sul soggettivo convincimento di coloro che forniscono le informazioni". In sostanza le forze dell’ordine non possono esprimere un parere ‘personale’ sull’opportunità, o meno, di acconsentire al reingresso dello straniero che ha già infranto le nostre leggi penali. E i giudici non possono accontentarsi di un simile parere ma devono "acquisire, attraverso i canali istituzionali, ogni informazione utile sulla condotta tenuta dal cittadino extracomunitario dopo la condanna durante il periodo di tempo di permanenza in Italia". Per quanto riguarda, invece, la buona condotta tenuta nel suo Paese natale dopo l’espulsione dall’Italia spetta allo straniero che chiede – alla giustizia italiana – la riabilitazione "fornire tutta la documentazione idonea a consentire la decisione sul merito". Adesso il Tribunale di Bari dovrà di nuovo riesaminare la domanda di riabilitazione di Isuf X. e fare i necessari approfondimenti. Anche la Procura della Cassazione – rappresentata da Tindari Baglione – aveva espresso un indirizzo garantista chiedendo l’annullamento con rinvio del ‘no’ al patentino di buona condotta deciso troppo sommariamente dai magistrati pugliesi con ordinanza dello scorso 27 novembre.(ANSA).