Roma, 11 gennaio 2024 – Il 2023 si è concluso con un totale di 157.652 migranti arrivati via mare sulle coste italiane, un aumento del 47% rispetto all’anno precedente. Sicuramente un dato significativo, ma non sufficiente a giustificare l’etichetta di “record” attribuita dalle formazioni politiche e dai media negli ultimi mesi. A dimostrarlo è un report intitolato “La propaganda dell’emergenza sulla pelle dei migranti”, pubblicato da Openopolis.
Migranti, il report di Openopolis
Lo studio condotto si basa sui soccorsi delle autorità o delle organizzazioni non governative che monitorano la rotta del Mediterraneo centrale, ed è svolto in modo autonomo. Da esso emerge che la rotta per arrivare in Italia è una delle più pericolose in assoluto. Nel decennio passato, infatti, almeno 28mila persone hanno perso la vita nel tentativo di arrivare sulle coste europee. Il report, poi, evidenzia come gli ingressi nel 2023 non possano essere considerati un record poiché cifre superiori erano state registrate nel 2014 e nel 2016. Anche nel 2015, poi, durante la cosiddetta “crisi europea dei rifugiati”, il sistema di accoglienza europeo era stato sottoposto a una notevole pressione.
Un dato interessante emerge dalla nazionalità dei migranti: la Guinea, con poco più di 13 milioni di abitanti in Africa occidentale, rappresenta la nazionalità più ricorrente con 18.204 arrivi. Seguono la Tunisia (17,3 mila), la Costa d’Avorio (16 mila) e il Bangladesh (12 mila). Il rapporto, inoltre, rivela che, nel 2023, l’immigrazione dall’Africa sub-sahariana è tornata a essere maggioritaria rispetto a quella proveniente dal nord del continente, caratterizzando gli ingressi in Italia. Un altro dato significativo è quello dei minori stranieri non accompagnati. Nel 2023, infatti, 17.319 minori sono arrivati in Italia via mare, segnando un aumento moderato rispetto ai 14.044 del 2022. Nonostante le intense discussioni su questa categoria di minori nel corso dell’anno, i dati indicano solo una leggera crescita, sicuramente non un record.
Infine, Opeopolis nel suo studio analizza il nuovo Patto migrazioni e asilo dell’Unione europea. A riguardo, avverte che non modificherà affatto il meccanismo del regolamento di Dublino, che impone alle persone migranti di chiedere asilo al primo paese europeo d’approdo. Rispetto alla recente legge sul sistema di accoglienza, invece, sottolinea che non sembra assolutamente adeguata a fronteggiare il fenomeno migratorio strutturale.
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