Il bilancio di tre mesi di procedura telematica. Non si può seguire la domanda sul web
Roma – 4 luglio 2008 – Mentre il governo prepara una stretta sui ricongiungimenti, sono ormai quasi tre mesi che gli stranieri in Italia che vogliono farsi raggiungere qui da un familiare possono presentare domanda solo via internet.
Dal 10 aprile (quando è entrata in vigore la nuova procedura) al 3 luglio ci hanno provato in 25.400, e per la stragrande maggioranza ancora non sanno se e quando potranno riabbracciare i loro cari. Nei report del Viminale si legge infatti che le risposte, tra buone e cattive, sono state finora meno di duemila: 1437 nulla osta rilasciati, 345 bocciature e 59 domande chiuse, ad esempio per rinuncia.
Da un capo all’altro dell’Italia la situazione è molto varia. Si va dalle 1900 domande che risultano presentate a Milano, alle 140 di Bari, dalle 1200 di Brescia alle 800 di Salerno, e così via, in un saliscendi che vede ad esempio Roma a quota 1100, Napoli a 300, Modena a 1000.
Oggettivamente è presto per un bilancio serio dell’operazione ricongiungimenti online, tre mesi è infatti precisamente il tempo massimo entro cui lo Sportello Unico dovrebbe rispondere. Ma quando le domande si presentavano per posta, specialmente nelle province con più richieste, si sforava ampiamente quel limite, con ritardi che potevano toccare i due anni.
Gli operatori dei patronati, dove si può ricevere assistenza gratuita per le domande, sono cautamente ottimisti.
"Non sono ancora arrivati nulla osta, ma almeno le convocazioni allo Sportello Unico per presentare il cartaceo (i documenti su reddito e alloggio n.d.r) stanno arrivando entro un mese, un mese e mezzo dalla domanda online. Vedremo. Con le raccomandate, qui a Milano, ci voleva anche più di un anno" ci spiegano al centro stranieri della Cgil meneghina.
"Il programma ha qualche anomalia, – segnala un’operatrice – ad esempio ci chiede di riempire i campi su reddito e alloggio anche quando non servirebbe, come per i rifugiati politici. Inoltre non permette di riprendere e modificare una domanda già spedita".
Inconvenienti confermati anche a Roma, dallo sportello del patronato Acli, insieme a un problema che riguarda chiunque abbia presentato domanda: "Al momento, non c’è modo di sapere a che punto è la pratica. Interrogando l’unico campo di ricerca disponibile la risposta è sempre: dati non trovati" dice Maria Pia Buonarota.
"Certo questo non vuol dire che la domanda non viene esaminata, – avverte Buonarota – abbiamo già casi di persone che hanno spedito la domanda ad aprile e sono stati convocati per il nulla osta. Ma poter seguire tutto l’iter della pratica sarebbe meglio".
Elvio Pasca