VICINI DI CASA: ‘FAMIGLIA DI BRAVE PERSONE, LUI MENO TRANQUILLO’
BRESCIA
(ANSA) – BRESCIA, 4 LUG – Davanti al giudice è scoppiato in lacrime. Muhamet I., il giovane kosovaro arrestato con le accuse di violenza sessuale e riduzione in schiavitù della ragazza di 12 anni a cui si è legato con il rito rom, stamani è stato interrogato in carcere. Ha scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere e tutto si è concluso in pochi minuti. Sei, per l’esattezza. Ma, in quei pochi minuti, ha avuto un cedimento emotivo ed è scoppiato a piangere. E anche quando è rimasto con il suo legale, l’avvocato Enzo Trommacco, ha chiesto insistentemente: "come sta la mia bambina? Dov’é la moglie". La sposa-bambina è sempre in una comunità protetta e le condizioni della neonata, che ora ha 20 giorni, sono buone. L’udienza si è conclusa con la riserva del gip Silvia Milesi sulla richiesta di concessione degli arresti domiciliari al kosovaro. Nel frattempo la notizia dell’arresto del giovane si é diffusa anche nel quartiere di Brescia in cui vive con i genitori, gli altri familiari e, fino ai giorni scorsi, la ‘moglie’. La zona è alla periferia occidentale della città, molto tranquilla caratterizzata da diverse villette singole e bifamiliari. La famiglia di Muhamet vive in una palazzina a quattro piani. Sul balcone, solo un paio di pantaloni stesi ad asciugare e la parabola puntata verso est, verso la ex Jugoslavia. Nel pomeriggio assolato si sentono solo i rumori prodotti dai muratori in un’abitazione vicina. Poi, per strada, praticamente nessuno che dica di conoscere la famiglia di Muhamet I. " No – risponde un anziano – da queste parti abita una sola famiglia di serbi, ma non sono loro". Invece, a un centinaio di metri dall’abitazione c’é chi ammette di conoscere la famiglia. E le indicazioni sono inequivocabili. "Lei – spiega una signora – deve aver partorito verso la metà di giugno, lui non si vede da qualche giorno". Dati che, quindi, coincidono con quelli ‘ufficiali’. Della ragazza, in particolare, rivela che " non si vedeva da mesi, probabilmente da quando è rimasta incinta" e che "l’aspetto era di una ragazza con un’età di qualche anno superiore ai 12 anni". La famiglia di Muhamet viene descritta come "di brave persone, e questo soprattutto per quanto riguarda i genitori". Del ragazzo l’opinione è invece piuttosto controversa. "Lui – continua la donna – è un po’ diverso, meno tranquillo. I carabinieri sono già venuti diverse volte da queste parti. Forse, bisognava intervenire prima". E riferisce di "una lite molto pesante con la madre" e di non aver mai capito "che lavoro facesse". Poi si allontana, mentre nell’appartamento al quarto piano le tapparelle rimangono sempre abbassate. (ANSA).
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