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MOSCHEA JENNER:PROPOSTI 50 LUOGHI ALTERNATIVI PREGHIERA/ANSA

IL MINISTRO MARONI, NESSUNO TOCCHERA’ LE LIBERTA’ RELIGIOSE
MILANO
(ANSA) – MILANO, 7 LUG – Cinquanta luoghi per una moschea a Milano o in provincia. La griglia di possibilità sarà presentata domani dall’assessore al territorio della regione Lombardia Davide Boni nel corso dell’incontro settimanale del comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza presieduto dal Prefetto Gian Valerio Lombardi. Alla riunione vi saranno il sindaco di Milano Letizia Moratti e il presidente della Regione Roberto Formigoni. Era prevista la presenza del ministro dell’Interno Roberto Maroni il quale però, per impegni, non potrà partecipare. Tuttavia, nel pomeriggio, il ministro Maroni incontrerà a Roma il sindaco Moratti sulla questione delle città metropolitane ma è più che probabile che a margine verrà affrontato anche l’argomento dell’individuazione di un luogo di culto per gli islamici. Del resto ancora oggi il ministro, a Cannes per il vertice dei ministri Ue, è tornato sull’argomento dopo averne discusso con il commissario europeo Barrot: "E’ solo una questione urbanistica: nulla a che vedere con le libertà religiose. "Nessuno ha mai parlato di chiudere la moschea, fosse anche una moschea visto che è un centro culturale – ha detto – ma di spostarla per risolvere un grave problema che riguarda e viene denunciato da un intero quartiere" Ma le polemiche di questi giorni non sembrano delineare un accordo facile e in tempi brevi. Le posizioni restano distanti. Una mediazione l’ha cercata anche il vice sindaco di Milano Riccardo De Corato proponendo una struttura sportiva, probabilmente il velodromo Vigorelli, capace di contenere 3 mila fedeli il venerdì per la preghiera dalle ore 12 alle ore 16. Lasciando l’Istituto culturale islamico dove è. O, in alternativa, la costruzione di una moschea insieme allo spostamento dell’Istituto fuori dalla città in una zona non urbanizzata, non residenziale e non commerciale. E chiedendo per questa soluzione l’aiuto e l’intervento della Regione senza comunque usare un euro dei soldi in arrivo dai contribuenti per la creazione di un luogo di culto dedicato all’Islam. Immediata la risposta del presidente Formigoni: pronti a dare una mano per soluzioni condivise. E infatti l’assessore Boni domani proporrà una cinquantina di siti tra aree dimesse, e zone industriali non utilizzate. Ma il direttore dell’Istituto culturale islamico Abdel Hamid Shaari è categorico : "Noi siamo cittadini milanesi e abbiamo diritto di culto dentro la città e non fuori". Particolari polemiche ha suscitato l’intervento del responsabile delle relazioni ecumeniche e dialogo dell’Arcidiocesi di Milano Monsignor Bottoni, il quale ha usato parole forti, "impedire la preghiera è provvedimento fascista e populista ", e ha proposto di costruire diverse moschee di piccole dimensioni per consentire ai fedeli islamici la vicinanza con le loro abitazioni e i luoghi di lavoro" così come a Milano esiste un solo Duomo e tante parrocchie". Un’idea giudicata subito inaccettabile sia da De Corato sia dall’assessore Boni e ben vista dagli esponenti islamici, anche se con scetticismo: "Non riusciamo a metterci d’accordo su una moschea, possiamo immaginare su una ventina", ha risposto Hamid Shaari. E mons.Carlo Redaelli, vicario generale della Diocesi di Milano, dopo aver detto che le soluzione concrete devono essere trovate nel dialogo, smorza i toni affermando che "le ‘parole grosse’ usate dal nostro responsabile delle relazioni interreligiose facevano riferimento non a provvedimenti concreti, ma all’ipotesi, considerata giustamente incredibile, di un intervento nettamente contrario alla libertà di religione e di culto". (ANSA).
MD/ S41 S0A QBXH

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