Roma, 16 ottobre 2024 – Questa mattina, la nave Libra della Marina Militare italiana ha attraccato nel porto albanese di Shengjin, portando a bordo i primi 16 migranti che sperimenteranno le nuove procedure accelerate di frontiera, frutto di un accordo tra l’Italia e l’Albania. I migranti, dieci di nazionalità bengalese e sei egiziani, sono stati trasferiti nell’hotspot appositamente allestito dall’Italia nei pressi del porto per sottoporsi a uno screening sanitario e alle procedure di identificazione prima di essere inviati al centro di accoglienza di Gjader, a circa 50 chilometri da Shengjin.
Arrivano i primi migranti in Albania: ad accoglierli critiche e proteste
L’accordo con l’Albania segna un punto di svolta nella gestione dei flussi migratori da parte dell’Italia. Dopo mesi di sbarchi massicci a Lampedusa e altre località italiane, il governo Meloni ha inaugurato una nuova strategia che prevede il trasferimento dei migranti intercettati in mare in un paese terzo per velocizzare le procedure di identificazione e valutazione delle richieste di asilo. L’hotspot di Shengjin e il centro di Gjader sono stati creati per ospitare migranti richiedenti asilo e coloro destinati all’espulsione, con capacità rispettive di 880 e 144 posti. La struttura include anche un piccolo penitenziario per chi commette reati. Il progetto è stato difeso oggi in Parlamento dalla premier Giorgia Meloni, che ha evidenziato l’urgenza di trovare soluzioni rapide per decongestionare le strutture italiane, sostenendo che l’iniziativa potrebbe avere un forte effetto deterrente contro i traffici di esseri umani.
Nonostante le motivazioni presentate dal governo, l’iniziativa non ha mancato di sollevare critiche, sia in Italia che in Albania. Le associazioni per i diritti umani, infatti, hanno espresso forti preoccupazioni. L’Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione ha già individuato diverse possibili eccezioni legali che potrebbero essere sollevate durante le convalide dei trattenimenti, sollevando dubbi sulla legalità delle operazioni di respingimento fuori dal territorio italiano. Sul fronte albanese, questa mattina un gruppo di giovani attivisti ha inscenato una protesta al porto di Shengjin contro l’accordo, definendolo una violazione dei diritti umani. Gli attivisti, tra cui Sidorela Vatnikaj, hanno accusato i leader dei due Paesi, Edi Rama e Giorgia Meloni, di aver stipulato un accordo senza trasparenza e di aver creato un precedente pericoloso per tutta l’Europa.
Con uno striscione che recitava “Il sogno europeo finisce qui” e un’immagine di Rama e Meloni vestiti da agenti penitenziari, i manifestanti hanno evidenziato il timore che l’accordo si traduca in un ulteriore ostacolo per i diritti dei migranti in Europa.
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