Roma, 25 novembre 2024 – Il decreto Flussi, mentre si avvicina alla scadenza per la conversione in legge, continua a sollevare polemiche e tensioni. Nelle ultime settimane, il centrodestra ha arricchito il testo con nuove norme, alcune delle quali destinate a rimediare agli errori nella gestione dei centri migranti in Albania. Tuttavia, l’iter parlamentare si è trasformato in un terreno di scontro politico.
Migranti, caos attorno al Decreto Flussi
Ieri, il relatore di Fratelli d’Italia, Alessandro Urzì, ha presentato un ulteriore emendamento per chiarire le tempistiche di adeguamento delle Corti d’Appello alla nuova competenza sulla convalida dei trattenimenti dei migranti, introdotta dal discusso “emendamento Musk”. La proposta ha reso necessario un ritorno immediato del testo alla Commissione Affari Costituzionali, suscitando la protesta delle opposizioni, che hanno abbandonato i lavori in segno di dissenso. I capigruppo di Pd, M5S, Alleanza Verdi-Sinistra, Azione e +Europa , infatti, hanno denunciato l’iter come un “pasticcio democratico“. Secondo l’opposizione, la modifica proposta da Urzì, presentata fuori tempo massimo, viola i diritti parlamentari, privando i deputati della possibilità di partecipare al voto. “Con l’ennesimo rinvio in Commissione, la maggioranza calpesta le prerogative democratiche e produce confusione normativa”, hanno dichiarato i leader delle forze di opposizione in un comunicato congiunto.
Debora Serracchiani, responsabile Giustizia del Partito Democratico, ha criticato duramente il trasferimento delle competenze sulle convalide dei trattenimenti alle Corti d’Appello. “È una scelta priva di senso. Concedere appena trenta giorni per adeguarsi aggraverà ulteriormente la situazione delle Corti, già sovraccariche e in difficoltà”. Anche il Movimento 5 Stelle ha espresso indignazione: “Il centrodestra sta comprimendo le corrette procedure democratiche per imporre norme che rischiano di compromettere il funzionamento della giustizia”, hanno dichiarato i deputati Alfonso Colucci ed Enrica Alifano. La norma, secondo l’opposizione, si applicherà retroattivamente ai ricorsi già pendenti, una decisione che rischia di generare ulteriore caos giuridico. Riccardo Magi, segretario di +Europa, ha definito il decreto “un insieme di norme raffazzonate, che riflettono la confusione della maggioranza”.
Il “decreto Musk”, che trasferisce ai giudici delle Corti d’Appello la competenza sulle convalide dei trattenimenti, è stato ampiamente criticato anche dai magistrati. Le Corti, già gravate da arretrati significativi, dovrebbero affrontare una mole aggiuntiva di procedimenti in tempi strettissimi. Secondo Giuseppe Ondei, presidente della Corte d’Appello di Milano, la misura rischia di paralizzare il sistema giudiziario. “Questa scelta comporterà un aumento esponenziale dei tempi per altre cause civili, mettendo a rischio gli standard di efficienza finora raggiunti”.
Nonostante le critiche, la maggioranza continua a difendere le modifiche come necessarie per una gestione più efficace dell’immigrazione. Tuttavia, l’approccio normativo e l’iter parlamentare caotico sembrano alimentare tensioni politiche e mettere a dura prova il dialogo tra governo e opposizioni.
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