Una comunità di 50 nomadi è stata censita e visitata dagli operatori della Croce rossa. Lunedì parte la raccolta di dati vera
Roma – 18 luglio 2008 – Per la prova generale del censimento dei nomadi che vivono a Roma, la Croce Rossa ha scelto una piccola comunità bosniaca. Sono circa cinquanta tra adulti e bambini, e vivono nelle roulotte in una piazzola di sosta in via Mazzacurati, nel quartiere Corviale, nella periferia nord-ovest.
Ieri, alle 18, due ambulanze della Cri sono giunte nel piazzale, con 10 operatori pronti ad avviare il censimento. Cinque i documenti da compilare, compresa una tessera sanitaria munita di foto, da rilasciare in copia ai censiti. Molta la diffidenza iniziale tra i bosniaci: alla vista dei tanti fotografi e cineoperatori arrivati nel piazzale che dista pochi metri dal palazzo, lungo un chilometro, dell’ex istituto case popolari, conosciuto a Roma come il ‘serpentone’, in molti si sono allontanati.
Dopo poco però le prime famiglie si sono avvicinate agli operatori che le hanno visitate. I nomadi hanno rilasciato senza problemi le loro generalità e quelle dei loro bambini. “La nostra non è un’operazione repressiva – ha detto il presidente nazionale della Croce Rossa, Massimo Barra, che ha seguito di persona le operazioni -, se qualcuno ha immaginato una cosa del genere si è sbagliato. Sul censimento c’è stata una paranoia collettiva, mi trovavo in Uganda e ho sentito Al Jazeera che parlava delle impronte ai bambini, noi siamo qui in amicizia, solo chi vuole si sottopone al censimento.
“Siamo qui per portare sostegno a queste comunità e lo faremo in tutti i campi dove troveremo persone disposte ad incontrare i nostri operatori – ha spiegato Barra -. Le schede sono tutte di natura sociosanitaria e resteranno alla Cri. Serviranno a capire se sono state effettuate le vaccinazioni e se i bambini stanno bene in salute”. Barra ha precisato che “a Milano e a Napoli si è partiti forse troppo presto, mentre qui a Roma è stato importante il lavoro preliminare svolto dal prefetto Carlo Mosca che ha voluto tutelare gli interessi di tutti”.
Tra i nomadi, comunque, la paura resta quella di uno sgombero coatto. “Il censimento per noi può essere un’occasione per fare visitare i nostri bambini – racconta Naser, 37 anni, in Italia da tre -. Vogliamo collaborare con la Croce Rossa ma abbiamo paura che questa notte possano venire qui carabinieri e polizia e mandarci via, come è già successo in passato”. Nel piazzale durante il pomeriggio sono giunte anche alcune pattuglie dei vigili urbani. “Facciamo spesso dei controlli qui – ha detto il comandante del XV gruppo Cesarino Caioni -, verifichiamo che le condizioni igieniche del piazzale siano garantite, ma non abbiamo mai registrato grossi problemi”.
I risultati di questa prova generale verranno illustrati oggi pomeriggio dalla Croce rossa italiana in una conferenza stampa a cui prenderà parte anche il prefetto di Roma Carlo Mosca, commissario straordinario per la capitale dell’emergenza nomadi. Il censimento vero e proprio scatterà invece lunedì prossimo e, secondo quanto annunciato dai responsabili della Cri, si protrarrà almeno fino alla metà di settembre.