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L’Italia invecchia, soluzione immigrati

L’analisi dell’ Osservatorio sulla popolazione mondiale e lo sviluppo globale Berlino – 21 agosto 2008 – L’Italia ‘invecchia’ e rischia di perdere fino a due milioni di abitanti entro il 2030: è l’allarme lanciato oggi a Berlino dall’Osservatorio sulla popolazione mondiale e lo sviluppo globale, che indica tra le possibili soluzioni a questo fenomeno una "migliore" politica di integrazione degli immigrati.

Ma questo non è solo un problema nazionale: senza immigrati l’intera popolazione Ue rischia di assestarsi attorno a quota 447 milioni di persone entro il 2050, ben 52 milioni in meno rispetto ai livelli che potrebbe raggiungere altrimenti. Lo studio verrà pubblicato sul numero di settembre del mensile Geo.

Nel frattempo, gli autori hanno sottolineato oggi che la popolazione italiana è la più vecchia d’Europa e la seconda più vecchia al mondo dopo quella giapponese. E a livello regionale europeo in testa alla classifica c’é la Liguria, dove il 13% della popolazione ha più di 75 anni. Allo stesso tempo, nonostante le donne italiane esprimano il desiderio di avere mediamente 1,9 bambini, l’Italia registra una media di 1,35 figli, ma solo grazie al contributo delle immigrate. Ostacolando l’immigrazione, insomma, si frena ulteriormente il tasso di natalità del Paese, che comunque è – a oggi – uno dei più bassi in Europa.

"L’Italia ha bisogno dell’immigrazione", ha detto Reiner Klingholz, direttore dell’Osservatorio che ha presentato ieri i risultati dello studio. Per tre motivi, ha spiegato: "Per lo sviluppo del mercato del lavoro, perché gli italiani fanno pochi bambini e perché le aspettative di vita sono maggiori che altrove". Quest’ultimo fattore, sottolinea il rapporto, è particolarmente importante a causa dei futuri possibili problemi sul fronte delle pensioni.

L’immigrazione, secondo lo studio, è una risorsa necessaria per lo sviluppo dell’economia del Bel Paese. Solo il 4,5% della popolazione italiana è straniera, una delle percentuali più basse rispetto alla media europea, sottolinea il rapporto. "Eppure", si legge nella relazione, "l’Italia ha difficoltà con gli immigrati". E poi: "Non esiste una vera regolamentazione: a intervalli regolari le sanatorie regolarizzano gli immigrati illegali".

Per l’Osservatorio, quindi, "non esiste una strategia a favore dell’integrazione: di stranieri si parla quando a Milano un cinese apre un negozio di abbigliamento a basso costo suscitando il malumore dei commercianti locali". Oppure, "quando una passante viene uccisa in un tentativo di furto, ci si ricorda delle migliaia di rom accampati nelle periferie delle città". A
lcune soluzioni sono già state testate con successo in altri paesi del continente, come quelli nordici e la Svizzera. Lo studio premia l’Irlanda, che grazie ad una politica di accoglienza e di integrazione "ha saputo trarre il meglio dal forte flusso immigratorio proveniente soprattutto dalla Polonia, ed è attualmente il secondo Paese in Europa per prodotto interno lordo".

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