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Lega: “Permesso a punti, chi sbaglia va via”

Tra gli emendamenti del Carroccio al ddl sicurezza: segnalazione degli irregolari da parte dei medici, referendum per campi nomadi e luoghi di culto

Roma – 7 ottobre 2008 – Come per la patente, la Lega propone il permesso di soggiorno a punti per gli immigrati, con revoca in caso di violazioni della legge. E inoltre gli emendamenti del Carroccio al ddl sicurezza, assegnato alle commissioni Affari costituzionali e Giustizia del Senato, prevedono: restrizioni per i ricongiungimenti; l’obbligo per i medici di segnalare alle autorità gli irregolari; la possibilità di referendum locali per l’apertura di campi nomadi, di moschee e luoghi di culto di altre religioni che non hanno stipulato intese con lo Stato.

In una conferenza stampa a palazzo Madama, presenti tra gli altri il capogruppo leghista Federico Bricolo e la vice presidente del Senato Rosi Mauro, la Lega riporta l’attenzione sul ddl, bloccato in estate per dare priorità al Lodo Alfano, e lancia una serie di proposte emendative che "dovranno essere discusse con il governo e il Pdl, ma che crediamo – assicura Bricolo – saranno in gran parte accolte". Il principio ispiratore è che "chi entra in casa nostra, finché non ha la cittadinanza è un ospite, e come tale deve rispettare le nostre regole. Non c’è posto per chi non si integra, per chi vive nell’illegalità e per chi vuole imporci le sue regole".

Si parte dunque con il permesso a punti. All’immigrato che vuole conservare o ottenere il permesso di soggiorno viene chiesto il rispetto delle leggi, la conoscenza della lingua e in generale un buon livello di integrazione. Chi ha i requisiti ottiene il ‘permesso a punti’, con una dotazione iniziale di dieci punti, che possono essere decurtati fino alla revoca del permesso stesso in caso di violazioni, ma anche integrati se si dimostra di procedere sulla strada dell’integrazione. Proprio come per la patente di guida.

Altro emendamento rilevante, la previsione di referendum comunali per la realizzazione di nuovi campi nomadi e di nuovi edifici di culto per confessioni religiose che non hanno stipulato intese con lo Stato, e dunque anche per nuove moschee. Un’altra proposta prevede invece l’obbligo per i medici di segnalare all’autorità gli immigrati irregolari che accedono ai servizi sanitari: "Tutti continueranno ad essere curati – spiega Bricolo – ma i medici dovranno segnalare i clandestini, come succede ad esempio in Francia".

Esteso dunque l’obbligo di esibire il permesso soggiorno anche per gli atti di stato civile e per l’accesso ai servizi pubblici per i quali attualmente non è previsto. Restrizioni anche per i ricongiungimenti familiari e per i matrimoni con extracomunitari: si dovrà esibire un titolo di soggiorno valido.

Infine, un altro pacchetto di emendamenti viene riassunto con lo slogan "sicuri in casa nostra, aiutiamoli a casa loro". Vengono inaspriti il minimo e il massimo della pena per i reati di violazione di domicilio, furto e rapina, prevedendo l’aggravante non solo in caso di violenza su persone o cose, ma anche per le minacce. Al tempo stesso con una quota dei versamenti per le domande di cittadinanza e di permesso di soggiorno, viene istituito presso la Farnesina un "Fondo per la prevenzione dei flussi migratori". Spiega Rosi Mauro: "La cosa più antidemocratica è costringere un cittadino a chiedersi, la sera prima di andare a dormire, se il giorno dopo sarà ancora vivo. Io me lo chiedo prima di andare a letto, perchè ormai non ci si sente più sicuri in casa. Vanno inasprite le pene, e vanno ridotti i flussi migratori: aiutarli in casa loro per essere sicuri in casa nostra".

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