I leader del Pd "Gli emigranti italiani non le avrebbero volute". Critiche anche Mussolini e Sbai (Pdl)
Roma – 15 ottobre 2008 – "La mozione sulle ‘classi ponte’ "che e’ stata votata ieri in Aula è per me intollerabile come italiano. Noi siamo stati emigranti e non avremmo voluto che i nostri figli andassero in classi differenziate". Lo dichiara il leader del Partito democratico, Walter Veltroni, durante l’intervista con Corrado Augias nella trasmissione ‘Le Storie’, in onda su RaiTre.
"Siamo una società – ha aggiunto Veltroni – che deve respingere chi fa violenza ma deve riuscire ad integrare. Il flusso migratorio sarebbe arrestabile, ad esempio il flusso dall’Albania è finito perchè abbiamo lavorato per far crescere quel Paese che ora non ha più bisogno di produrre emigrazione clandestina".
Il leader democratico ha sottolineato che l’immigrazione clandestina, durante questi primi mesi di governo Berlusconi , "è aumentata di quasi il 50% quindi anche qui, le chiacchere sono una cosa, la realta’ e’ un’altra. L’immigrazione clandestina finisce in due modi: primo, se si stabilisce il principio che chi viene qui per lavorare sia accolto a braccia aperte e integrato; secondo, chi viene qui per delinquere deve essere messo in galera e scontare la pena".
"Ma a fianco a questo – ha concluso Veltroni – c’è la capacità di un Paese di aiutare i Paesi poveri a crescere. Non possiamo pensare che l’Italia diventi un Paese chiuso".
Mussolini e Sbai: "Rischio disuguaglianza"
Voci critiche sulla mozione passata ieri alla Camera arrivano anche dalle fila della maggioranza. Le parlamentari del Pdl Alessandra Mussolini e Souad Sbai (pdl), hanno chiesto un incontro al ministro dell’Istruzione Gelmini.
"Pur consapevoli della problematicità dell’inserimento dovuto alla lingua ed alle diversità culturali degli studenti stranieri, riteniamo fondamentale per una reale integrazione la possibilità di scambi di sapere" spiegano in un comunicato.
"Chiediamo, quindi, di valutare con la dovuta attenzione la possibilità di creare ‘classi di transizione’ che rischierebbero di dar luogo a diversità tra gli studenti suscettibili di trasformarli in cittadini socialmente diseguali".