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Cure ai clandestini: il colpo di spugna della Lega

Ecco l’emendamento presentato in Senato. Denuncia per chi si cura ma non ha il permesso, pagamento anticipato delle prestazioni

Roma – 21 ottobre 2008 – “L’accesso alle strutture sanitarie da parte dello straniero non in regola con le norme sul soggiorno non può comportare alcun tipo di segnalazione all’autorità, salvo i casi in cui sia obbligatorio il referto, a parità di condizioni con il cittadino italiano”.

È questo il passaggio del Testo Unico sull’immigrazione che la Lega vuole  eliminare. E spera di farlo con un semplice colpo di penna: “Il comma 5 dell’articolo 35 del decreto legislativo 25 luglio 1998, n.286 è soppresso”  recita un emendamentoal disegno di legge sulla sicurezza presentato a palazzo Madama da cinque senatori in camicia verde.

L’intento dichiarato è permettere che i clandestini vengano segnalati, e quindi espulsi, dopo le cure. È più probabile però che in questo modo si tengano semplicemente i clandestini lontani dagli ospedali, con le prevedibili disastrose conseguenze per la loro salute e per quella di chi (in caso di malattie infettive) entrano con loro in contatto.

Oltre che eliminare il divieto di segnalazione, l’emendamento al disegno di legge sulla sicurezza prevede un giro di vite anche sul pagamenti delle prestazioni sanitarie da parte dei clandestini. Questo andrà effettuato prima delle cure e solo se queste sono urgenti e non differibili potrà essere posticipato. Ad ogni modo, chi si rifiuterà di pagare verrà denunciato.

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L’emendamento presentato dalla Lega

Elvio Pasca

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