Interpellanza del Pd alla Camera. La radicale Bernardini: "Voto è fondamentale per l’integrazione"
Roma – 15 gennaio 2008 – I cittadini comunitari che vivono in Italia possono votare alle amministrative e alle europee se si iscrivono nelle liste elettorali aggiunte nei Comuni di residenza. Contando solo i cittadini Ue censiti dall’Istat alla fine del 2007, potrebbero quindi andare alle urne quasi un milione di persone, oltre la metà dei quali sono cittadini romeni.
Questo diritto, però, rimane il più delle volte sulla carta, come denuncia un’interpellanza urgente al presidente del consiglio e al ministro dell’Interno presentata dal Pd (prima firmataria la radicale Rita Bernardini) e discussa oggi alla Camera dei deputati. Alla scarsa informazione dei cittadini comunitari, si aggiunge infatti quella, più grave, degli uffici comunali.
“In occasione delle elezioni amministrative del 27 e 28 maggio 2007, – si legge nell’interpellanza – il partito dei rumeni in Italia denunciò che in tantissimi comuni la regolarizzazione per via anagrafica dei cittadini rumeni che presentavano la domanda ai sindaci per poter votare, era sospesa da settimane per l’incapacità dichiarata dei comuni stessi di applicare ed interpretare la relativa normativa. Tali inadempimenti impedirono a decine di migliaia di cittadini rumeni di partecipare alle elezioni”.
“La carente conoscenza della normativa riguardante l’elettorato attivo e passivo dai cittadini comunitari da parte dei comuni – concludono i deputati – ha comportato in occasione delle ultime scadenze elettorali gravissime conseguenze negative sul rispetto degli obblighi comunitari oltre che sul piano dell’immagine dell’Italia in Europa”.
Conviene correre ai ripari in vista delle elezioni amministrative ed europee del prossimo giugno. L’interpellanza propone campagne di comunicazione in diverse lingue per i cittadini comunitari residenti in Italia, in primis sulla Rai, e più formazione per i funzionari delle amministrazioni locali, che potrebbero anche inviare materiale informativo a casa dei potenziali elettori.
Il governo, rappresentato in aula dal sottosegretario all’interno Michelino Davico, è stato però evasivo. Davico si è limitato a ricordare che in occasione di ogni tornata elettorale il ministero invia ai Comuni circolari che ribadiscono il diritto di voto dei comunitari, spiegano le procedure e chiedono di informare il più possibile i diretti interessati. Insomma, il Viminale farebbe la sua parte, il resto toccherebbe ai Comuni.
Una risposta che non soddisfa Rita Bernardini, che chiede di puntare molto di più sulle campagne di comunicazione. “C’è da fare un’opera di informazione capillare, ma va fatta in fretta perché chi vorrà votare alle europee il 7 giugno, dovrà registrarsi entro marzo. Anche molti Parlamentari non sono informati sul diritto di voto dei comunitari” ha detto l’esponente radicale.
“Credo che quest’opera al di là di tutte le chiacchiere sull’integrazione è fondamentale per integrare effettivamente. Così rendiamo questi cittadini partecipi di uno dei momenti fondamentali della democrazia che è il voto li facciamo sentire davvero cittadini europei” ha aggiunto Bernardini, annunciando: “Non smetteremo di sollecitare governo e ministero dell’Interno”.
Per il 23 gennaio i radicali hanno organizzato alla Camera il convegno: “DIRITTO DI VOTO DEGLI STRANIERI COMUNITARI. Sancito dalla legge, quasi impossibile da esercitare”
EP