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I Radicali: “assicurare il voto ai cittadini Ue in Italia”

"Il Governo si impegni a far conoscere questo diritto" ROMA, 24 gennaio 2009 – Rendere effettivo un diritto e non farlo rimanere, come troppo spesso accade in Italia, "sulla carta".

I Radicali chiedono che il governo si impegni a far conoscere per tempo alle ormai numerose comunità di cittadini Ue presenti in Italia che possono esercitare il loro diritto di voto per le elezioni europee e per le prossime amministrative.

Per arrivare a ciò però lo Stato deve mettere in atto, per tempo, tutta una serie di procedure, superare diversi passaggi burocratici e soprattutto far conoscere che questo è un diritto che può essere esercitato.

Per sollecitare tutto ciò i deputati radicali del Pd hanno organizzato ieri un convegno unitamente ad alcune associazioni delle comunità romene, polacche e bulgare in Italia per attirare l’attenzione di tutti su questa scadenza infatti il convegno ha inteso suggerire al governo e, in particolare, al ministro degli Interni, le misure che devono essere adottate per superare quei deficit burocratici e di informazione che nelle passate tornate elettorali hanno di fatto escluso dal voto tanti cittadini comunitari.

Dal convegno è emersa la necessità di lanciare campagne di comunicazione in diverse lingue per i cittadini comunitari residenti in Italia e di incrementare la formazione per i funzionari delle amministrazioni locali, che potrebbero anche inviare materiale informativo a casa dei potenziali elettori agevolando quindi la partecipazione alle elezioni.

"In Italia il diritto di voto rimane il più delle volte sulla carta" – ha spiegato al convegno Danuta Wojtaszczyk caporedattrice del quindicinale dei Polacchi in Italia Nasz Swiat edito da Stranieri in Italia.
"Fino ad oggi c’è stato poco interesse da parte dei governanti sul tema del voto e sull’integrazione reale degli stranieri. Forse non è un caso che alla richiesta di informazione dei cittadini stranieri che vivono in Italia i media tradizionali non solo non riescono a rispondere, ma tendono ad "inquadrare" l’immigrazione solo come cronaca nera, disagio, o nella migliore delle ipotesi, nelle sue implicazioni economiche e legate al mercato del lavoro". E’ arrivato il momento – ha concluso la Wojtaszczyk – che lo stato ed i media, come la Rai, non parlino più solo ‘di’ immigrati, ma anche ‘per’ gli immigrati".

Secondo i dati Istat aggiornati al 31 dicembre 2007, senza quindi considerare coloro che si sono aggiunti nell’ultimo anno i cittadini della Ue, provenienti dagli altri 27 paesi membri, che risiedono in Italia sono poco meno di un milione: 394.435. La comunità più presente è quella dei cittadini rumeni, 625.278. Seguono i polacchi 90.218, i tedeschi 40.163, i bulgari 33.477 i francesi 30.803, i britannici 26.448 e gli spagnoli 17.354.

Al convegno, che si è svolto presso la sala conferenze della Camera dei deputati, hanno dato la loro adesione Emma Bonino,  Rita Bernardini e diversi rappresentanti delle comunità in Italia oltre a studiosi e parlamentari di altri gruppi politici.

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