Milano, 13 feb. (Adnkronos/Adnkronos Salute) – Sui clandestini e l’accesso alle cure mediche "ci vorra’ un provvedimento piu’ ampio". Ne e’ convinto il senatore Antonio Tomassini (Pdl), presidente della commissione Sanita’ di Palazzo Madma che, oggi a Milano a margine della presentazione di una ricerca Cergas Bocconi sulla spesa sanitaria in Lombardia, riflette sulle strade possibili per garantire l’assistenza anche a chi e’ esposto a problemi penali. "Io personalmente penso a un periodo di franchigia e di tutela per tutta la fase di malattia. Come anche altri Paesi hanno fatto". Un’ipotesi – quella di sospendere ogni azione nei confronti dei clandestini e di tutelarli fino alla guarigione – che potrebbe essere presa in considerazione anche per l’Italia. Quanto all’emendamento al Ddl sulla sicurezza, che ha fatto tanto discutere in quanto da’ ai medici la possibilita’ di denunciare i clandestini, Tomassini precisa: "Secondo me c’e’ stato un difetto di informazione. Fino al ’98 vigeva un obbligo assoluto di denuncia. Poi, nell’intento sicuramente favorevole di proteggere chi si voleva curare in anonimato, fu imposto il divieto di denuncia. Ma i risultati non sono stati buoni. In questi 7 anni ci sono state persone deboli che, come fantasmi, sono entrate e uscite dagli ospedali. Ci sono state donne che si sono registrate per partorire venti volte in due mesi, senza continuita’ di assistenza e con soggetti deboli a carico come i loro bambini. E ci sono state malattie per cui vige l’obbligo mondiale di denuncia che non sono state ne’ denunciate ne’ seguite". Secondo il senatore l’emendamento fa "un passo avanti" perche’ "lascia questa denuncia alla potesta’ e coscienza del medico". In ogni caso, conclude, "garantisce a chi e’ esposto a un problema penale, come un clandestino, l’esenzione di referto. Detto questo, ci vorra’ senz’altro un provvedimento piu’ complessivo".
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IMMIGRATI: TOMASSINI, SU PAZIENTI CLANDESTINI SERVE PROVVEDIMENTO PIU’ AMPIO
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