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Non va in ospedale per paura, finisce in rianimazione

E’ nel reparto rianimazione del San Matteo di Pavia a causa di una peritonite. Aldo Morrone: "Affidatevi alle cure ospedaliere, la legge è dalla vostra parte’

Pavia – 10 aprile 2009 – Dopo il caso di Kante, la neomamma denunciata al Fatebenefratelli di Napoli dove era andata per partorire, i casi dei clandestini che non si recano all’ospedale per paura di essere espulsi sono all’ordine de giorno. Oggi, a farne le spese è un ragazzo boliviano di 21 anni, ricoverato in prognosi riservata nel reparto di rianimazione dell’ospedale San Matteo di Pavia.

Quando si è sentito male ha preferito non ricorrere alle cure ospedaliere per paura di essere espulso, in quanto clandestino. Ha resistito ai dolori addominali per una decina di giorni, cercando di alleviarli con farmaci antidolorifici ed antipiretici. Ma a quanto pare si trattava di un’appendicite, che non operata in tempo si è trasformata in peritonite.

Il sudamericano, che lavorava come muratore in un’azienda di Pavia, è arrivato in ospedale il 28 marzo scorso e da allora ha subito già cinque operazioni chirurgiche. Anche Maccan, il ragazzo senegalese che per il mal di denti è andato al pronto soccorso, prima di farlo ha aspettato quattro gironi. E come aveva temuto andare all’ospedale gli è costato l’espulsione.

"Spero che tutto ciò non sia vero – dice Aldo Morrone, direttore generale dell’Istituto nazionale per la promozione della salute delle popolazioni migranti ed il contrasto delle malattie della povertà (Inmp), perché se lo fosse saremmo di fronte al baratro della civiltà. Siamo riusciti a fare paura alle persone e stiamo minando la sicurezza della salute collettiva. E’ estremamente pericoloso perché se situazioni come queste cominciano a prendere piede sarebbe davvero grave".

Morrone ricorda che attualmente in Italia vige il divieto di denunciare i clandestini che ricorrono alle cure ospedaliere. "I direttori sanitari – aggiunge Aldo Morrone – devono informare i propri dipendenti perché ne sono responsabili. Mi rivolgo agli immigrati dicendo ‘affidatevi tranquillamente agli ospedali se ne avete bisogno, non rischiate nulla perché la legge attuale è dalla vostra parte’".

Antonia Ilinova

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