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Torna la Pasqua, è festa per gli ortodossi

Celebrano la resurrezione di Cristo russi, bielorussi, bulgari, serbi, montenegrini, macedoni, greci, ciprioti, moldavi, albanesi, ucraini, romeni, copti. Ecco le tradizioni

Roma – 18 aprile 2009 – Perdono, amore e tradizione: queste sono le cose che contraddistinguono la Pasqua cristiano – ortodossa che domani sarà festeggiata da russi, bielorussi, bulgari, serbi, montenegrini, macedoni, greci, ciprioti, moldavi, albanesi, ucraini, romeni, copti e alcune altre minoranze di rito ortodosso. Queste nazionalità di immigrati celebreranno la loro Pasqua anche in Italia, nelle chiese delle rispettive comunità.

Quest’anno la Pasqua ortodossa arriva una settimana dopo quella cattolica, seguendo il calendario giuliano. Per la maggioranza dei cristiani ortodossi considerano questa festa ancor più solenne del Natale. Rappresenta un nuovo inizio privo di peccati e ostilità, un giorno in cui tutti si perdonano. Le tradizioni più antiche riescono a sopravvivere anche oggi e pur variando da paese a paese hanno numerosi rituali in comune.

Tutti colorano le uova sode, un usanza che in alcuni paesi si è trasformata in una vera e propria arte dalle tecniche particolari. Nell’iconografia cristiana, l’uovo è il simbolo della Resurrezione di Cristo e della rinascita dell’uomo. Di seguito raccontiamo due versioni della Pasqua nei paesi delle Est Europa, la Bulgaria e l’Ucraina.

Bulgaria
Il clima di solennità culmina con la messa celebrata nella notte del sabato che precede la Pasqua. Le chiese straripano di persone che riempiono le piazze e le vie circostanti. Tutti hanno in mano una candela accesa. A mezzanotte in punto, il “pope” (sacerdote) bussando dall’esterno per tre volte alla porta principale della chiesa annuncia “Cristo è risorto” (in greco Christos anesti, in russo Christos voskrès e in bulgaro Christos vaskrese) e spalancandola intona l’inno della Resurrezione spargendo foglie di alloro.

La tradizione vuole che dopo la cerimonia i fedeli facciano tre giri intorno alla chiesa con le candele accese. Poi devono portarle fino a casa senza far spegnere la fiamma. Riuscirci porta bene e serve per accendere il lumino davanti all’icona che ogni fedele ha in casa. Accanto si lascia un uovo dipinto di rosso, simbolo del sangue di Cristo, che verrà sostituito il giorno di Pasqua dell’anno successivo.

Una volta tornati a casa, è il momento di mangiare i tradizionali dolci pasquali con le variopinte uova sode, che vengono colorate rigorosamente il giovedì prima di Pasqua. Ogni componente della famiglia sceglie un uovo che deve battere contro quello del vicino pronunciando la frase di rito, Christos anesti (Christos Voscrès), alla quale l’altro risponderà Alithos anesti, in russo vo istina voscrès (è veramente risorto). Vince chi riesce a mantenere intatto il guscio. Questo gioco è una delle usanze più amate.

Antonia Ilinova

Ucraina
di Marianna Soronevcyh

Per gli ucraini la Pasqua non ha solo un significato religioso, è anche profondamente legata alle tradizioni popolari. Ancora oggi nelle case ucraine sfornano la “paska” il pane tradizionale, simile a panettone italiano, e dipingono le uova (“pysanky”) con colori vivaci e le ornano con simboli dal profondo significato, le cui radici sono da ricercare nei riti pagani.

Insieme alla “paska” e alle “pysanky”, simbolo della Pasqua ucraina sono anche i “vesnjanky”, canti folcloristici, anima della tradizione ucraina fin dall’epoca precristiana. Ancora adesso in occasione delle feste pasquali, nei cortili delle chiese si canta e si balla.

Festeggiare la Pasqua per gli immigrati ucraini in Italia permette di ricordare le proprie radici e sentirsi fieri delle tradizioni del loro popolo. Nella vigilia di Pasqua (che in questo anno si festeggia 19 aprile), i fedeli portano cestini di cibi tradizionali nelle chiese ucraine di tutta Italia per farli benedire dopo la santa messa.

Nei cestini, coperti con le tipiche tovagliette ricamate, accanto alla “paska” e alle “pysanky” ci sono il sale, i salumi, il burro e altre pietanze, che fanno parte della tradizionale colazione pasquale degli ucraini. Gli immigrati si riuniscono intorno alle chiese per festeggiare insieme a parenti e amici risurrezione di Cristo.

Una tradizione ormai consolidata vuole che in occasione della Pasqua a Roma si organizzino concerti di cantanti e gruppi musicali venuti dall’Ucraina. Quest’anno davanti alla Basilica di Santa Sofia (via di Boccea 478), chiesa cattolica di rito greco, domenica, alle 12, si esibiranno il giovane Taras Kurchyk e altri cantanti.
Come ogni anno, ci saranno canti e balli anche nella altre chiese.
Per conoscere gli indirizzi delle chiese ucraine in Italia, visitare il sito: http://www.chiesaucraina.it

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