I datori di lavoro possono dedurre dal reddito i contributi previdenziali. Uno sconto in più se la badante assiste persone non autosufficienti
Roma – 20 aprile 2009 – Con la denuncia dei redditi alle porte, chi si fa dare una mano in casa da colf e badanti farebbe bene a mettere da parte i bollettini dei contributi e i prospetti paga dello scorso anno. Gli serviranno a risparmiare un po’ sulle tasse.
Una prima agevolazione fiscale riguarda tutti i datori di lavoro domestico, che possono sottrarre dal reddito imponibile, quello cioè su cui si calcolano le tasse da pagare, i contributi inps versati per la colf o la badante, fino a un massimo di 1549,37 euro. I versamenti possono essere documentati con le ricevute dei versamenti trimestrali dei contributi.
Un risparmio aggiuntivo è previsto se la badante assiste una persona non autosufficiente, cioè che da sola, come certificato da un medico, non può nutrirsi, espletare le funzioni fisiologiche, lavarsi, camminare, vestirsi o necessita di sorveglianza continuativa. In questi si ha diritto a uno sconto sulle tasse pari al 19% della spese sostenute per la badante, fino a un massimo di 2100 euro, ma solo se il reddito del contribuente non supera i 40mila euro.
Ha diritto allo sconto chi paga la badante, che può essere la persona non autosufficiente o un suo familiare. Con la denuncia dei redditi bisognerà presentare ricevute, prospetti paga o altri documenti che attestano il pagamento, sui quali dovranno esserci il codice fiscale e i dati anagrafici della badante, di chi la paga e, se non è la stessa persona, dell’anziano o del malato assistito.
EP