Larysa e Iryna, ucraine, sono ancora accanto ai loro assistiti. “Il nostro posto è qui” Roma – 21 aprile 2009 – Come nel resto d’Italia, anche in Abruzzo, accanto agli anziani, vivono moltissime badanti straniere. Il sei aprile scorso hanno affrontato paura e pericolo per la loro vita e per quella dei loro assistiti.
Responsabili del benessere degli anziani, molte badanti sono state le prime a soccorrerli e in questi giorni continuano a essere infermiere del corpo e dell’anima, dopo essersi trasferite con i loro assistiti in tendopoli e altre abitazioni di fortuna, dove continuano a lavorare.
Le donne ucraine sono famose per determinazione e forza d’animo. Due di loro hanno raccontato a Stranieriinitalia.it l’esperienza di queste ultime settimane.
“Il terremoto non mi ha spaventata, sono rimasta con la famiglia dei miei datori di lavoro e continuo ad assistere la signora Giuseppina, che ha settantacinque anni. La loro casa non è crollata, ma per sicurezza ci siamo trasferiti in un garage in campagna” dice Larysa, che lavora come badante a Paganica e nel tempo libero, prima del terremoto, raccontava sulle pagine di Gazeta Ukrainska (il giornale per gli ucraini in Italia) la vita degli ucraini in Abruzzo.
“Gli anziani – spiega Larysa – non vogliono allontanarsi dalle case, dove sono rimasti i loro ricordi. La mia signora non ha voluto vivere in una tendopoli e io sono rimasta accanto a lei. Adesso aspettiamo la perizia sull’agibilità della nostra casa per poter tornare”.
Anche Iryna, un’altra badante ucraina all’Aquila, dopo il terremoto ha continuato ad assistere e a vivere con un ottantenne, in una casa che dopo la scossa non aveva danni subito visibili: “Tanti anziani – dice – dopo il terremoto sono stati affidati a case di cura. Ma il signor Aldo, che ha una malattia mentale, non ha voluto stravolgere la sua vita”.
“All’inizio siamo rimasti a casa nostra. Però una settimana dopo il terremoto – racconta Iryna – sono venuti i vigili del fuoco e ci hanno proibito di rimanere fino a quando non faranno un’ analisi sulla stabilità della struttura. Ora io e il signor Aldo viviamo in una tenda, mi hanno abbassato un po’ lo stipendio, ma il mio posto è qui”.
Molti immigrati ucraini, dopo il terremoto, hanno perso il lavoro, e in tanti in questi giorni si trasferiscono in altri zone d’Italia o tornano in patria. Ma le testimonianze coraggiose di queste donne raccontano che l’Italia per loro è diventata la seconda patria e le famiglie dove lavorano sono ormai le loro famiglie.
Marianna Soronevych
Vai a Gazetaukrainska.com
Leggi: “Anche le badanti aiutano a ricominciare” (Corriere.it)