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SICUREZZA: LA RUSSA, SU PERMANENZA IN CIE BISOGNAVA INSISTERE DI PIU’

Roma, 26 apr. – (Adnkronos) – "La verita’ e’ che non e’ stato fatto abbastanza per impedire l’uscita dei clandestini: questo lo dico al Pdl ma anche a Maroni perche’ se il decreto per prolungare a sei mesi la permanenza non era gradito al capo dello Stato, si poteva comunque provare con 4 o 5 mesi. Non credo che sarebbe stato bocciato, perche’ il Quirinale si sarebbe assunto le sue responsabilita’. Da parte nostra c’e’ stata timidezza. Bisognava insistere di piu’". Lo dice il ministro della Difesa Ignazio La Russa, intervistato dal ‘Corriere della Sera’, a proposito della bocciatura alla Camera della norma che stabiliva in sei mesi il tempo di permanenza dei clandestini nei Centri di identificazione ed espulsione e della conseguente uscita da queste strutture di 1.038 immigrati.

"All’ultimo Consiglio dei Ministri, all’Aquila -prosegue La Russa- ho proposto un decreto tampone, come quello che fece Andreotti per evitare la scarcerazione di cento boss mafiosi. Per gravi pericoli di ordine pubblico si tenevano dentro i clandestini per un altro mese, il tempo di approvare il disegno di legge. E invece sono rimasto inascoltato. Lo stesso Maroni ha ritenuto che non si potesse fare. Del resto l’iniziativa spettava a lui. Con Maroni ora vado pienamente d’accordo e non voglio polemizzare. Ma siccome accusa il Pdl, puntualizzo. Del resto, mi sembra che qualcuno, non certo Maroni, si accontenti di denunciare le manchevolezze, invece di porre rimedio. Sembra -conclude La Russa- che ci si arrenda per poter dire: e’ colpa loro".

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