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Il Cardinale Tauran: “Viviamo tutti in società plurietniche”

”Tutte le persone che cercano Dio hanno stessa dignità" CITTA’ DEL VATICANO, 8 giugno 2009 – ”Viviamo tutti in societa’ pluriculturali e plurireligiose”.

E’ quanto ha detto il cardinale Jean-Louis Tauran, presidente del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso, intervenendo al Colloquio internazionale sull’insegnamento delle religioni, che si e’ svolto in questi giorni a Montauban, in Francia. Il porporato ha poi ricordato che ”le religioni sono capaci del meglio come del peggio: possono mettersi al servizio di un progetto di santita’ o di un progetto di alienazione”.

Riferendosi a quanti danno vita ad azioni terroristiche dicendosi ispirati da motivi religiosi, il cardinale Tauran riconosce che tutto cio’ alimenta ”il paradosso che le religioni vengano percepite come pericolo”. A questo proposito, parlando di islam, il cardinale Tauran sottolinea che ”tutto cio’ non riguarda il vero islam praticato dalla maggioranza dei fedeli di questa religione”.

”La religione non e’ un momento particolare della storia – dice il presidente del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso – appartiene alla natura dell’uomo”. Ci sono comunque contesti, orientamenti e pratiche particolari: il cardinale ricorda una certa filosofia illuminista in base alla quale solo la ragione puo’ accedere alla verita’; ”o un certo programma della Rivoluzione francese che voleva costruire una societa’ senza Dio, per non parlare del ”buio che l’umanita’ ha conosciuto con i due totalitarismi del secolo scorso”.

Guardando all’oggi il prelato sottolinea che nonostante queste sfide ”la questione di Dio e’ emersa piu’ forte che mai” e che assistiamo a un ritorno del fatto religioso, a una rinascita di sacralita’. ”La religione e’ divenuta un fattore capitale nella vita culturale, politica, economica cosi’ come anche nell’insegnamento”, nella formazione della persona. Semmai – spiega il porporato – in alcune societa’ occidentali si abbassa il livello della partecipazione a livello comunitario e cita l’espressione inglese che riassume il fenomeno: ‘Believing without belonging’, cioe’ credere senza appartenere, che significa un modo emozionale e individualista di credere. Di fronte a tutto cio’, il cardinale Tauran ribadisce l’importanza della ”conoscenza seria della propria tradizione religiosa” e dunque della chiarezza della propria identita’, per poi affermare che ”la Chiesa e’ aperta al mondo” e concepisce ”il dialogo con i credenti di altre confessioni come una fonte di arricchimento per tutti”.

Ma avverte: dialogo interreligioso non significa dire ”tutte le religioni insegnano piu’ o meno la stessa cosa”. Piuttosto significa dire: ”Tutte le persone che cercano Dio hanno stessa dignita”’ e significa ”fare il possibile per comprendere il punto di vista dell’altro”. Dignita’ della persona e carattere sacro della vita sono punti fermi per le nostre tradizioni religiose – ricorda il cardinale Tauran – e insieme con gli uomini di buona volonta’ aspiriamo alla pace. E il porporato cita parole di Benedetto XVI nel primo giorno di febbraio 2007: ”La ricerca e il dialogo interreligioso non sono un’opzione ma una necessita’ dei nostri tempi”.

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