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Emilia Romagna. Cgil: “Sanatoria per 10mila persone, ma saranno molte meno”

"Normativa del tutto insufficiente e farraginosa"

Bologna, 24 settembre 2012 – Sono circa 10 mila gli immigrati che solo a Bologna (53 mila in tutta l'Emilia Romagna), secondo la Cgil, potranno essere regolarizzate entro il 15 ottobre dalla sanatoria prevista dal Governo, ma in realta' il timore e che alla fine "saranno molte meno".

Principalmente si tratta di lavoratori dell'agricoltura, dell'edilizia, della logistica e del commercio, settore quest'ultimo in cui rientrano anche colf e badanti. Nella prima settimana dall'uscita della norma la Cgil, che ha predisposto un servizio ad hoc e uno sportello di consulenza legale, ha gia' accolto in consulenza 250 persone, di cui il 90% sono collaboratori domestici. I problemi, pero', non mancano.

 "La norma – ha spiegato in conferenza stampa il segretario della Cgil Danilo Gruppi – segna un'inversione di tendenza rispetto alla visione leghista e forcaiola del passato Governo, ma tuttavia e' del tutto insufficiente e farraginosa anche sotto il profilo economico, perche' non favorisce affatto l'emersione dal lavoro nero". Capitolo tutto da districare, inoltre, quello dei criteri per l'accoglimento delle domande di regolarizzazione. Prima di tutto, secondo la responsabile del settore Immigrazione della Camera del lavoro di Bologna, Anna Rosa Rossi, infatti "la sanatoria sta in capo ai soli datori di lavoro e se qualcosa non va per il verso giusto, al datore non accade nulla, ma al lavoratore viene notificato il foglio di espulsione".

Citando poi il caso di 4 badanti che hanno chiesto la regolarizzazione alle famiglie datrici di lavoro e sarebbero state licenziate, Rossi ha rimarcato che rispetto alle stime dei 10 mila potenziali lavoratori che potrebbero godere della sanatoria, "i numeri saranno sicuramente di molto inferiori".

Tra le ragioni, ha continuato Rossi, "il fatto che sia molto onerosa" (il datore deve pagare mille euro a lavoratore a fondo perduto, indipendentemente dal buon esito della domanda, piu' 6 mesi di contributi che possono arrivare anche a migliaia di euro per i lavoratori del comparto industriale). Ma c'e' anche il problema che "solo il 10% ha un diritto certo" secondo le prescrizioni delle norma. Le difficolta' stanno, infatti, sopratutto nel certificare la presenza in Italia dal 31 dicembre 2011 ed e' chiaro immaginare, ha spiegato Rossi, "che un clandestino si tiene alla larga dagli organismi pubblici che la sanatoria prevedono per la certificazione della presenza".

Criterio complicato anche dal fatto che lo straniero deve dimostrare di essere in Italia da quella deta in maniera ininterrotta. Per far fonte a questi problemi, il servizio della Cgil di Bologna, sta aiutando gli stranieri a recuperare ogni 'pezzo di carta' che possa certificare la loro presenza nel Paese: dai biglietti d'aereo nominali ai certificati medici del pronto soccorso, dai contratti di attivazione delle schede telefoniche cellulari fino ai visti d'ingresso nell'area Shengen, passando per i moduli di spedizione delle rimesse nei Paesi di origine

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