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L’Anci a Cancellieri: “Bene norme sulla regolarizzazione ma costi in crescita”

"Creare dei parametri differenziati per le piccole imprese, artigiani, rispetto alle aziende con numerosi dipendenti''

Roma, 4 agosto 2012 – Portare all'attenzione del Ministro dell'Interno alcune parti del Decreto Legislativo di recepimento della Direttiva europea sulle ''norme minime relative a sanzioni e a provvedimenti nei confronti di datori di lavoro che impiegano cittadini di paesi terzi il cui soggiorno e' irregolare' che, nonostante le sue ottime finalita', secondo l'ANCI presentano delle contraddizioni.

E' questo il motivo che ha portato il Presidente dell'ANCI, Graziano Delrio e il delegato all'immigrazione, Flavio Zanonato a scrivere una lettera al titolare del Viminale, Anna Maria Cancellieri.

Dopo aver ricordato che '''il provvedimento, che recepisce quanto previsto dalla suddetta normativa comunitaria in materia di contrasto allo sfruttamento dell'immigrazione irregolare mirando alla regolarizzazione del lavoro nero, ha principalmente la finalita' di far emergere il fenomeno inasprendo inoltre le pene per chi sfrutta i lavoratori immigrati'', i due esponenti ANCI evidenziano la necessita' di creare '''dei parametri differenziati, delle fasce di costi diversificate, per le piccole imprese, artigiani, rispetto alle aziende con numerosi dipendenti''.

''Ancora di piu' – aggiungono – sarebbe necessario alleggerire i costi e prevederne una rateizzazione, quando il datore di lavoro non e' una impresa bensi', nel caso di Colf ed assistenti alla persona, una famiglia. Considerando, infatti, che le persone che ricorreranno alla regolarizzazione saranno in gran parte famiglie o anziani con redditi anche bassi, appare ponderoso il contributo previsto per l'accesso alla procedura, che si andra' ad aggiungere alle somme dovute a titolo retributivo, contributivo e fiscale pari ad almeno sei mesi, con la conseguenza che potrebbero rinunciare a sanare la situazione''.

''Inoltre la prova della presenza in Italia del lavoratore straniero dal 31 dicembre 2011 'attestata da documentazione proveniente da organismi pubblici' appare generica. Sarebbe opportuno – ad avviso dell'ANCI – prevedere una Commissione di valutazione della documentazione presentata, al fine di evitare contenziosi che rallenterebbero l'azione dello stesso provvedimento''.

''La prevedibile emersione di un numero cospicuo di lavoratori immigrati da una situazione di irregolarita', fatto di per se positivo, implichera' un notevole aumento, seppur difficilmente quantificabile, della popolazione straniera residente che avra' accesso ai servizi sociali del Comune. A fronte di questo evidente aumento della domanda di servizi il decreto in oggetto non prevede misure volte a sostenere le spese a cui i Comuni dovranno far fronte per garantire i servizi che conseguiranno la regolarizzazione.

Come previsto quindi per il Servizio sanitario nazionale – sottolineano – sarebbe auspicabile prevedere, nel decreto attuativo, un meccanismo percentuale simile, per sostenere le spese per i servizi sociali dei Comuni, a valere sul ricavato del contributo di mille euro previsto per la regolarizzazione di ogni lavoratore''.

''In mancanza di un sostegno in tal senso ai Comuni – concludono Delrio e Zanonato – sara' difficile per gli Enti locali attivare servizi ulteriori, per i cittadini stranieri, rispetto a quelli in atto, servizi che sono gia' a forte rischio di sospensione a causa della perdurante politica di tagli alle risorse degli Enti locali''.
 

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