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Pubblicato il “decreto sanzioni”, c’è anche la regolarizzazione

In Gazzetta Ufficiale le pene più severe contro famiglie e imprese che impiegano immigrati irregolari, ma c’è la possibilità di salvarsi e regolarizzare il lavoratore presentando una dichiarazione di emersione dal 15 settembre al 15 ottobre. Permesso di soggiorno anche agli immigrati particolarmente sfruttati che denunciano il datore

 

Roma – 25 luglio 2012 –  Sanzioni più dure per chi dà lavoro a immigrati irregolari e la possibilità, per gli stranieri che patiscono forme di particolare sfruttamento, di denunciare i loro aguzzini ottenendo un permesso di soggiorno umanitario. Ma anche una chance per imprese e famiglie che impiegano clandestini in nero di autodenunciarsi, regolarizzare il rapporto di lavoro, evitare le sanzioni e dare un permesso di soggiorno ai lavoratori.

È tutto nel  decreto legislativo 16 luglio 2012, n.109, “Attuazione della direttiva 2009/52/CE che introduce norme minime relative a sanzioni e a provvedimenti nei confronti di datori di lavoro che impiegano cittadini di Paesi terzi il cui soggiorno è irregolare”. Pubblicato oggi in Gazzetta Ufficiale, entrerà in vigore dal 9 agosto.

Giro di vite
Già oggi, secondo il Testo Unico sull’Immigrazione, dare lavoro a chi non ha un permesso di soggiorno valido è un reato punito con l’arresto da sei mesi a tre anni e una multa di 5.000 euro per ogni lavoratore impiegato. A questo si aggiungono le sanzioni amministrative per la violazione degli obblighi retributivi e contributivi.

Il decreto appena pubblicato inasprisce le pene. Prevede infatti che chi è stato condannato (anche in via non definitiva) per questo reato non potrà far arrivare in Italia lavoratori stranieri con i flussi di ingresso. Inoltre, dovrà pagare una nuova multa pari al “costo medio di rimpatrio del lavoratore straniero assunto irregolarmente” (che verrà definito con un decreto interministeriale), soldi che serviranno a finanziare i rimpatri, ma anche progetti per l’integrazione.

Il ministero del Lavoro dovrà effettuare controlli “adeguati ed efficaci” nei settori più a rischio e riferire annualmente i risultati alla Commissione Europea. Quando verranno scoperti rapporti irregolari, si presupporrà fino a prova contraria che questi durano da “almeno tre mesi”, per calcolare differenze retributive, tasse e contributi arretrati da far versare al datore.

Particolare sfruttamento? Permesso a chi denuncia
Viene poi introdotta un’aggravante per le situazioni di particolare sfruttamento di lavoratori stranieri irregolari. Le pene aumentano infatti da un terzo alla metà se i lavoratori sono più di tre, se sono minori in età non lavorativa, o se sono sottoposti a “condizioni di grave pericolo”, tenendo conto delle “caratteristiche delle prestazioni da svolgere e delle condizioni di lavoro”.

Solo in questi casi, su proposta o con il parere favorevole della Procura, se il lavoratore denuncerà il datore e collaborerà durante il processo potrà ottenere un permesso di soggiorno per motivi umanitari. Durerà sei mesi e sarà rinnovabile per un anno o più finchè si arriva alla fine del processo, ma potrà anche essere convertito in un permesso per lavoro se intanto il cittadino straniero trova un’altra occupazione, ovviamente regolare.

Questa vuole favorire le denunce, ad esempio, da parte degli immigrati impiegati in condizioni disumane nei campi o in edilizia, sottopagati e schiavi del caporalato. Sono tanti, ma comunque rappresentano una fetta minoritaria dell’immigrazione irregolare.

La regolarizzazione
La norma che invece avrà un impatto maggiore per centinaia di migliaia di invisibili è contenuta nel quinto e ultimo articolo del decreto legislativo e si intitola “Disposizione transitoria”. Imprese e famiglie che impiegano lavoratori irregolari potranno evitare le sanzioni presentando una dichiarazione di emersione dal 15 settembre al 15 ottobre.

I datori dovranno pagare un contributo forfetario di mille euro e, quando verranno chiamati a stipulato il contratto di soggiorno, dovranno anche dimostrare di aver pagato almeno sei mesi di stipendi, tasse e contributi. Ai lavoratori, che dovranno anche dimostrare di essere in Italia almeno dal 31 dicembre 2011, verrà rilasciato un permesso di soggiorno.

Gli aspetti principali della procedura sono stati anticipati e riassunti qui da Stranieriinitalia.it. Ulteriori dettagli, come le modalità di versamento del contributo forfetario e di presentazione delle domande o il reddito minimo richiesto ai datori verranno invece chiariti in un decreto interministeriale che verrà emanato nelle prossime settimane.

Elvio Pasca

Leggi
DECRETO LEGISLATIVO 16 luglio 2012, n. 109    
Attuazione della direttiva 2009/52/CE che introduce norme minime relative a sanzioni e a provvedimenti nei confronti di datori di lavoro che impiegano cittadini di Paesi terzi il cui soggiorno e’ irregolare. (12G0136) (GU n. 172 del 25-7-2012 )

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