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Regolarizzazione. Bonino: “Occasione da cogliere, la legalità conviene”

La radicale: “I datori non perdano questa opportunità. Serve più informazione, rateizzare il costo e spostare il termine per le domande”

 

Roma – 23 luglio 2012 – “Usate questa direttiva, perché la legalità conviene. So che magari molti penseranno che mille euro, più gli arretrati, sono troppi e che quindi proseguire in nero. Ma si deve capire che è un comportamento illegale e che bisogna mettersi in regola, anche per evitare di essere denunciati. Solo così il provvedimento potrà dare il meglio di sé evitando un conflitto tra datore e lavoratore”.

È l’”appello agli italiani”, perché aderiscano alla regolarizzazione, lanciato dalla radicale Emma Bonino. “La mia preoccupazione è che i datori di lavoro italiani non colgano questa opportunità. Non si deve perdere questa ennesima occasione di legalità. Io avrei voluto molto di più: noi radicali abbiamo presentato 11 proposte in tema di immigrazione e questa è una delle nostre idee” dice la vicepresidente del Senato, intervistata oggi da Karima Moual sul Sole 24 Ore.

Bonino sottolinea che “veniamo da anni in cui la cultura vera era quella del “dagli all’immigrato”. È una reazione tipica di tutti i popoli, specialmente nei momenti critici dove è facile trovare il capro espiatorio. Peccato che tutti i dati economici dicano esattamente l’opposto: lo sanno tutti che senza immigrati si fermano i mercati generali di Milano. L’Italia e l’Europa hanno bisogno dell’immigrazione”.

In Italia, ragiona l’esponente radicale, “si preferisce il nero, l’illegalità. L’applicazione del proibizionismo è la tolleranza del nero, questa è la verità. E sugli immigrati è successo uguale uguale. Diritti e doveri: può essere un’indicazione che vale più in generale per il fenomeno immigratorio. Un modello, anche se poi modelli di successo su questo fenomeno non ce ne sono in giro per il mondo”.

Bonino ricorda che “la finestra per applicare le nuove norme è dal 15 settembre al 15 ottobre: date vicinissime, c’è il rischio che non lo saprà nessuno. Abbiamo bisogno di una campagna di stampa di pressione, di una vera e propria formazione degli italiani, per spiegare che far emergere questi lavoratori conviene, sia individualmente che al paese stesso”.

E riguardo al costo della regolarizzazione, tra forfait di mille euro e almeno sei mesi di tasse e contributi, Emma Bonino crede che “si possa pensare a una rateizzazione. Spero che i decreti interministeriali che debbono ancora uscire, abbiano due correzioni: la rateizzazione, perché magari uno ne ha cinque di dipendenti; l’estensione del periodo perché, nella disinformazione totale, pochi saranno pronti il 15 settembre”.

La regolarizzazione è un intervento necessario, ma la vicepresidente del Senato segnala che ne servirebbero anche altri. “una legge organica sul diritto d’asilo, il nodo della cittadinanza e poi ancora gli immigrati che arrivano e non hanno lavoro. Poi dobbiamo assolutamente togliere il reato di clandestinità: se una persona non ha i documenti è semmai un irregolare e non clandestino perché io lo vedo. Questi signori che sono irregolari li abbiamo fatti diventare dei criminali perché ci siamo inventati il reato di clandestinità”.

“Ma noi –conclude Bonino – dobbiamo toglierci dalla testa che esista una unica ricetta meticolosa”.

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