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Regolarizzazione. Solo trentamila domande. Cgil: “Colpa del governo”

Lamonica e Soldini: “Al Viminale si sono accorti di incongruenze, criticità e confusione?”.  Mesina (Filcams): “Tra costi alti e prova di presenza rischia di essere un’occasione mancata”

Roma – 27 settembre 2012 – L’ultimo report del Viminale dice che fino a ieri sera erano state inviate complessivamente circa trentaduemila domande di regolarizzazione, ventottomila per lavoratori domestici, meno di quattromila per subordinati di altri settori. Si vola, insomma, ancora molto basso.

“Chissà se qualcuno al Ministero dell’Interno si è accorto che le incongruenze, le numerose criticità e la situazione di confusione, stanno bloccando la regolarizzazione di lavoratori e lavoratrici immigrati” commentano il segretario confederale della Cgil, Vera Lamonica, e il responsabile Immigrazione del sindacato.

Tra le persone interessate che chiedono informazioni agli sportelli della Cgil e del patronato Inca, fanno sapere i due dirigenti, solo “una su dieci presenta la domanda. È evidente quindi come sul nostro lavoro pesi anche l’onere di una informazione corretta e paradossalmente scoraggiante, mentre fuori, si moltiplicano i casi di faccendieri senza scrupoli”.

“Il fallimento di questa operazione di regolarizzazione – concludono Lamonica e Soldini – di certo non auspicabile ma a tutti gli effetti prevedibile, sarà per intera responsabilità del governo”.

Condivide questa analisti anche Giuliana Mesina segretario nazionale della Filcams Cgil: “I numeri dichiarati sono di gran lunga sotto le attese” dice.

Secondo il sindacato, che rappresenta lavoratori del commercio, del turismo e dei servizi (colf e badanti comprese), i due principali limiti della regolarizzazione sono il costo elevato e la prova di presenza rilasciata da un organismo pubblico. “Ci sono  delle grosse lacune – conclude Mesina – che rischiano di trasformare la sanatoria in un’occasione mancata, un impegno di risorse e tempo che non soddisferà quello che dovrebbe essere il reale obiettivo di emersione”

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