Tre fasi: soccorso e prima assistenza, prima accoglienza e qualificazione e seconda accoglienza e integrazione. Il testo dell’accordo raggiunto in Conferenza Unificata
Roma – 16 luglio 2014 – “L’arrivo in Italia di un altissimo numero di profughi, oltre 72.000 dall’inizio dell’anno, comporta la necessità di organizzare il sistema di accoglienza in grado di rispondere in maniera dignitosa e rapida all’arrivo di migrante, adulti, famiglie e minori non accompagnati”.
È la premessa del il testo dell’accordo raggiunto la scorsa settimana in conferenza unificata tra governo, regioni province e comuni.
In particolare, nell’accordo si individuano tre fasi. Soccorso e prima assistenza verranno realizzati in “strutture governative e dovranno avere tempi di permanenza contenuti al fine di garantire il massimo turn over”. Qui ci saranno saranno procedure di identificazione, visite mediche e risposta ai bisogni materiali (igiene, abbigliamento ecc.) , un’ampia attività informatica e la prima individuazione di nuclei familiari persone vulnerabili.
Poi si passerà alla prima accoglienza e qualificazione in centri/hub di livello regionale o interregionale finanziati dal Viminale e individuati insieme a Regioni ed Eni Locali. Si terrà conto, promette l’accordo , delle “caratteristiche socio-economiche del territorio e di eventuali problematiche di ordine e sicurezza pubblica”.
Infine, si passerà agli interventi di seconda accoglienza e integrazione. A questo punto, richiedenti e titolari di protezione internazionale, ma anche i minori non accompagnati, verranno inseriti nel Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati gestito dagli Enti locali, che riassorbirà anche i progetti attivati di recente e in via d’urgenza dalle prefetture.