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Alunni stranieri: a Vicenza classi aperte di italiano

Potranno essere frequentate durante l’orario scolastico. L’assessore all’istruzione: "Far seguire a questi ragazzi lezioni che non comprendono non è una discriminazione?"

Roma – 21 gennaio 2010 – Laboratori di italiano per gli alunni stranieri, classi aperte da frequentare parallelamente alle lezioni normali.

È l’esperimento che sta per partire in cinque istituti superiori di Vicenza e dintorni, destinato ai giovani appena arrivati in Italia, che non conoscono la lingua. “Non bollatele come ‘classi ponte’, stiamo tentando di dare risposte concrete all’altissima concentrazione di studenti stranieri nella nostra provincia, nell’interesse di questi ragazzi“ dice a Stranieriinitalia.it l’ideatrice del progetto, l’assessore provinciale all’istruzione (e docente di lingua) Morena Martini (Pdl).

A distinguere l’esperimento vicentino dalle vere e proprie ‘classi ponte’ invocate dai leghisti è il fatto che i ragazzi stranieri potrebbero frequentare i laboratori, tenuti da docenti specializzati nell’insegnamento dell’italiano come seconda lingua, per tre giorni a settimana. Gli altri tre giorni li passerebbero però nelle classi “normali”, insieme ai compagni italiani.

Secondo l’ultima rilevazione regionale, in Veneto gli alunni stranieri sono in media l‘11,7% del totale, una percentuale quasi doppia rispetto alla media nazionale che si impenna soprattutto nelle province di Treviso, Vicenza e Verona. In più di cento istituti gli stranieri superano il 20% del totale, in una ventina sono tra il 30 e il 40%.

Le maggiori difficoltà si registrano naturalmente tra i ragazzi che arrivano in Italia nel corso dell’anno, ad esempio per un ricongiungimento familiare, e che per legge vengono inseriti nella classe corrispondente alla loro età o in quella precedente. “Immaginiamo allora cosa vuol dire per un quindicenne cinese trovarsi di colpo a seguire lezioni in una lingua totalmente nuova. Questo non lede i suoi diritti? Non è questa una discriminazione?” chiede Martini.

L’altra faccia della medaglia è che, passando metà del loro tempo nei laboratori, i ragazzi che parteciperanno all’esperimento perderanno comunque il 50% delle lezioni “normali”, e avranno quindi poche possibilità di meritarsi una promozione a fine anno. L’assessore, su questo, è pragmatica: “Anche adesso, nove volte su dieci, i ragazzi stranieri inseriti in corso d’anno non vengono promossi”.

Vicenza ha già dimostrato di essere un osservatorio importante: qui la giunta comunale di centrosinistra ha previsto un tetto per gli alunni stranieri in ogni classe un anno prima che il ministro Moratti decidesse di proporlo in tutta Italia. Faranno scuola anche i laboratori d’italiano? E “Sono un progetto da affinare in corso d’opera,  per farne una buona pratica da condividere a livello nazionale” dice Martini. Per ora, però, dipendono dai fondi regionali,”ma ci hanno già promesso un rifinanziamento per il prossimo anno” assicura l’assessore.

Elvio Pasca

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