Galantino (Cei): “Ogni persona ha diritto a mostrare la propria fede anche nell’abbigliamento. Difficile immaginare che una donna che entra in acqua stia realizzando un attentato”
Roma – 18 gosto 2016 – “Dobbiamo imparare a vivere insieme, e questo vuole dire anche conoscenza dei simboli di altre culture e loro accettazione quando non ledano le esigenze della sicurezza. La paura dell’abbigliamento delle musulmani mi appare strumentale. Se posso permettermi: coglierei questa circostanza per alzare un po’ il tono del confronto che, in alcune circostanze, m’e’ parso un tantino mortificante nei toni e nelle parole”.
Così mons. Nunzio Galantino, segretario della Conferenza episcopale italiana, entra nel dibattito sul burkini.
“Ci vuole anche buonsenso: è difficile immaginare che una donna che entra in acqua stia realizzando un attentato”,dice al Corriere della Sera. “Ovviamente dobbiamo chiedere altrettanto buonsenso alle comunità musulmane che sono tra noi quando rivendicano la libertào di seguire le proprie tradizioni: quella libertà non deve limitare la nostra sicurezza”.
Per Galantino, “il mondo francese ha le sue ragioni e le rispetto, ma nel caso specifico di sicuro non lo vedo facilmente esportabile in Italia”. Quanto al velo, “penso alle nostre suore, penso alle nostre mamme contadine che lo portavano fino a ieri e alcune lo portano ancora oggi. Lo stesso, si capisce, deve valere per un cattolico che voglia portare la croce o per un ebreo che indossi la kippa”.
“Ogni persona – conclude il rappresentante dei vescovi italiani – ha diritto a mostrare la propria fede anche nell’abbigliamento, se lo ritiene opportuno. Si vigili che non vi siano usi strumentali dei simboli religiosi, ma se ne garantisca la piena liberta’, legata alla liberta’ di coscienza, alla liberta’ di opinione e alla liberta’ religiosa”.