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Cgil: “La proposta di Maroni è buona ma inapplicabile”

"Incapperebbero in reato di clandestinità" Roma, 27 novembre 2010 – ”Se fosse possibile sarebbe assolutamente giusto, ed e’ quello che chiediamo insistentemente, ma il ministro Maroni sa perfettamente che non e’ cosi”’.

Cosi’ il segretario confederale della Cgil, Vera Lamonica, replica all’invito del ministro degli Interni rivolto ai ‘clandestini’ di denunciare i datori di lavoro per ottenere il permesso di soggiorno.

Il ministro, osserva la dirigente sindacale, ”sa benissimo che allo stato non e’ cosi’ e che i lavoratori non possono denunciare i datori di lavoro che li sfruttano perche’ incapperebbero immediatamente nel reato di clandestinita’, con conseguente rischio di espulsione”. Lamonica suggerisce a Maroni ”se vuole, visto che la sua affermazione denota il fatto che si sia reso conto dell’assurdita’ di una normativa come quella in vigore, puo’ emanare una direttiva in tal senso e vedra’ quante migliaia di denunce ci sono gia’ e non possono essere agite”.

La Cgil ribadisce la richiesta di ”estendere l’articolo 18 del Testo Unico sull’immigrazione e il recepimento della Direttiva 52 dell’Ue perche’ la lotta al lavoro nero e’ indispensabile per dare diritti agli immigrati e non per coprire e favorire le imprese e i datori di lavoro scorretti a danno di quelli che rispettano le regole. Anche per questo -conclude Lamonica- domani saremo in piazza”.

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