Il nodo da sciogliere sono gli anni di frequenza scolastica necessari per diventare italiani. Formigoni: “I ragazzi devono assimilare la nostra cultura”
Roma -24 febbraio 2014 – Tra gli obiettivi del nuovo governo guidato da Matteo Renzi c’è anche la riforma della legge sulla cittadinanza che faccia diventare italiani i figli degli immigrati. E già si lavora a un compromesso tra le due anime della maggioranza che sono più distanti su questo tema: il Partito Democratico e il Nuovo Centro Destra.
Il Pd vorrebbe uno ius soli temperato: è italiano chi nasce qui da genitori residenti regolarmente da un certo numero di anni o chi arriva da piccolo e frequenta almeno un ciclo scolastico. L’Ncd di Angelino Alfano, che tra l’altro in questa partita occupa ancora la poltrona chiave di ministro dell’Interno, è contrario invece a ogni automatismo legato al luogo di nascita, e punta invece tutto sulla frequenza scolastica, il cosiddetto ius culturae.
Mentre il governo stava ancora nascendo, già si muovevano le diplomazie. Gaetano Quagliariello e Renato Schifani di Ncd, secondo quanto scrive oggi l’Unità, hanno incontrato venerdì e sabato Ivan Scalfarotto e Davide Faraone del Pd, proprio per parlare di riforma della cittadinanza e di unioni civili. E il Corriere parla di una telefonata fatta ieri da Renzi al Alfano nel quale il neopremier assicurava che “su ius soli e cittadinanza non faremo forzature”.
Ncd, a quanto si apprende, insiste che per diventare italiani si debba almeno terminare la scuola dell’obbligo, secondo il Pd dovrebbe bastare la scuola elementare. “Non passa il principio che chi nasce in Italia diventa automaticamente italiano, ma deve assimilare la nostra cultura” ha spiegato il senatore di Ncd Roberto Formigoni.
Intanto, c’è attesa per il discorso per la fiducia che Matteo Renzi terrà oggi pomeriggio al Senato. Ci si aspetta infatti che citi apertamente anche la riforma della cittadinanza tra gli obiettivi del suo governo.
EP