La presidente del Forum Immigrazione: “Sono italiani di fatto ma di nome e per legge restano stranieri”. "Pdl ostile a 860.000 bambini e ragazzi"
Roma – 17 dicembre 2009 – “Il Pdl non calpesti i diritti di 860mila figli di imigrati”. Così Livia Turco, presidente Forum Immigrazione del Pd, che nella giornata mondiale dell’Onu per i diritti dei lavoratori migranti e delle loro famiglie, invita a “pensare in primo luogo ai figli”.
“Sono 862.453 i bambini e gli adolescenti figli di stranieri che vivono e crescono nel nostro Paese. Giocano con i nostri figli, studiano nelle nostre scuole, frequentano le nostre piazze e i nostri quartieri. Sono italiani di fatto ma non di nome e per legge. Sono italiani di fatto ma di nome e per legge restano stranieri” dice Turco.
Una situazione, questa, che “accresce il loro senso di spaesamento dentro un Paese che in realtà vivono come il loro e che amano. Questi figli sono un grande dono non solo per le loro famiglie ma per tutta la nostra comunità e la nostra Italia. Arricchiscono i nostri figli, rallegrano i nostri anziani, contengono nella loro esperienza la promessa di un’identità multipla, fluida, meticcia, che sarà domani l’identità di ciascun cittadino”.
Secondo Turco, questi bambini e adolescenti “non possono crescere restando ai margini della società, non possono sentirsi stranieri nella società e nel Paese che amano, in cui crescono e voglio vivere. Per questo bisogna cambiare la legge sulla cittadinanza”.
Una riforma delle regole per diventare italiani dovrebbe “consentire che un figlio di immigrati regolarmente residente nel nostro Paese da molti anni, quando nasce in Italia acquisti la cittadinanza subito o dopo aver frequentato la scuola primaria. Come avviene in tutti i Paesi europei e anche in America. Ciò favorisce la loro integrazione, rende la società più amichevole e dunque più sicura”.
“Per questo – conclude Turco – ci batteremo con tutte le forze per cambiare la proposta di legge presentata dal Pdl che sarà martedì in Aula e che conferma, in modo incomprensibile, la sua ostilità e chiusura verso le esigenze di crescita umana di 860.000 bambini e ragazzi”.