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Commissione Ue: “Turismo del welfare di romeni e bulgari? Non ci risulta”

Il portavoce del commissario all’occupazione: “Non abbiamo ricevuto la lettera di Olanda, Germania, Gran Bretagna e Austria per tagliare l'assistenza sociale ai cittadini Ue. La legislazione europea già fissa dei paletti per l’accesso all’assistenza sociale”

Roma – 12 marzo 2013 – ''Non abbiamo visto alcuna lettera, né avuto prove che esista un turismo del welfare''.

Così Jonathan Todd, portavoce del commissario all'Occupazione Lazlo Andor, ha risposto ieri a chi gli chiedeva della richiesta di Olanda, Germania, Gran Bretagna e Austria di vietare l’accesso al loro welfare per i cittadini di altri Paesi Ue che non lavorano. I quattro governi, secondo notizie circolate nei giorni scorsi, vorrebbero nuove regole soprattutto per limitare l’impatto sui conti pubblici della libera circolazione di romeni e bulgari poveri.

''Se il problema venisse portato alla nostra attenzione lo valuteremmo, guardando prima di tutto se l'attuale legislazione Ue, che e' pensata per evitare proprio il turismo del welfare, e' stata applicata bene dagli Stati, e se vi fosse un problema che va al di la' delle leggi Ue, lo affronteremmo'', ha spiegato Todd.

Finora però, ha aggiunto il portavoce, nessuno Stato europeo ha provato che esiste un problema concesso ai cittadini Ue di altri Paesi, anche perchè già la legislazione Ue fissa dei paletti: per aver diritto alle prestazioni sociali devi essere o stretto parente di un residente o lavorare nel Paese, ''e per lavorare in uno Stato devi essere abitualmente residente in quello Stato''.
 

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