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Diritti umani. Amnesty: “Immigrati e rapporti con Libia test importante per l’Italia”

“Cancellare gli accordi che prevedono respingimenti, perché sono illegali. Non prevalgano interessi egoistici di  controllo dell’immigrazione e di politica energetica”

Roma – 24 maggio 2012 – “Il tema della gestione dell’immigrazione e dei rapporti con la  Libia costituiscono un test molto importante, perche’ costringono a  scelte nette”. Cosi’ Giusy D’Alconzo, direttrice ufficio campagne e  ricerca di Amnesty Italia, intervenuta alla presentazione del rapporto annuale di amnesty International svoltosi ieri a Roma, in merito alla  situazione in Italia.

“E’ questo infatti un tema che lascia poco spazio a zone grigie, si puo’ stare da una parte o dall’altra – ha evidenziato D’Alconzo – dalla  parte dei diritti umani e della protezione delle persone a rischio, o  dalla parte del rinvio dei rifugiati verso luoghi di tortura. Dalla  parte di rapporti diplomatici trasparenti o da quella di consultazioni e accordi riservati, incuranti della situazione nel paese  dell’interlocutore e piegati a interessi egoistici”.

La Corte Europea dei diritti umani, ha ricordato l’esponente di Amnesty, “ha segnato chiaramente la via,  adottando il 23 febbraio di quest’anno una sentenza (nel caso Hirsi  contro Italia) che e’ una pietra miliare della sua giurisprudenza in  materia di protezione dei rifugiati dalla tortura”.

“La Corte, nella sua espressione piu’ alta, la Grande Camera, ha confermato quanto Amnesty  International e molte altre organizzazioni avevano detto sin da  subito, anzi da prima che i cosiddetti ‘respingimenti’ verso la Libia  iniziassero. La sentenza chiarisce l’illegalita’ del rinvio in Libia  di persone a rischio di tortura, sia in quel paese che nei paesi di  origine. A questo punto – ha continuato D’Alconzo – la via e’ chiara: i  respingimenti in mare sono palesemente illegali, quindi gli accordi  che li prevedono andrebbero immediatamente cancellati”.

A febbraio Amnesty ha  incontrato il ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri, prima della sua visita in Libia, e ha ricevuto “assicurazione di apertura e  trasparenza”: accordi sono stati firmati ma “alla nostra richiesta di  condividerne i contenuti – lamenta l’organizzazione umanitaria – non abbiamo ricevuto risposta. Il testo non  e’ disponibile, ne’ abbiamo ricevuto notizie specifiche sui contenuti  e se un accordo non e’ pubblico, non viene rivelato, allora dobbiamo  dedurre che sia segreto, cosa che ci preoccupa molto”. Anche perche’  in Libia sono evidenti ancora maltrattamenti e persecuzioni nei  confronti di immigrati irregolari e di coloro che erano legati a  Gheddafi.

“Chiediamo al governo Monti – ha concluso D’Alconzo – di mettere davvero i  diritti umani al centro dell’agenda diplomatica con la Libia, dando  evidenza pubblica a questa preoccupazione e alle precise richieste che ne discendono in occasione degli ulteriori incontri che verranno  celebrati. Chiediamo che non prevalgano interessi egoistici di  controllo dell’immigrazione e di politica energetica”.

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