Ma anche dell’"Identità nazionale", della "Cittadinanza" e dello "Sviluppo solidale". "Emergenza storica da affrontare"
Roma – 6 aprile 2011 – Non c’è più tempo da perdere, serve un ministero dell’Integrazione. Magdi Cristiano Allam, giornalista e leader del movimento “Io amo l’Italia”, ne è convinto. E ha pronto anche un candidato ideale: se stesso.
In un editoriale pubblicato sul Giornale, Allam svela che il progetto parte da lontano. “Il primo dicembre del 2005 incontrai Silvio Berlusconi a Palazzo Grazioli offrendogli la mia disponibilità ad assumere la responsabilità di un nuovo dicastero, che denominai ministero dell’Integrazione, dell’Identità nazionale e della Cittadinanza”. Poi però non se ne fece nulla, a quanto pare per la contrarietà dell’allora ministro dell’Interno Giuseppe Pisanu.
Ora però, di fronte all’emergenza sbarchi, diventa urgente “un nuovo dicastero riformulato come ministero dell’Identità nazionale, Cittadinanza, Integrazione e Sviluppo solidale”. Tante cose insieme, perché “solo se siamo certi di noi stessi potremo rapportarci in modo costruttivo con il prossimo”, ma sarebbe ancora meglio non far nemmeno arrivare il prossimo in Italia, “mettendolo nella condizione di poter essere pienamente se stesso nella terra natia e tra i propri cari”.
Ma cos’è l’integrazione per Allam? “Un processo vincolante non facoltativo”, “un dovere”.
In pratica, scrive il leader di Io amo l’Italia, in cambio del permesso di soggiorno si ha “l’obbligo di apprendere la lingua italiana, di conoscere la nostra cultura, di rispettare le nostre leggi e le regole della civile convivenza, di condividere i valori non negoziabili che sono alla base della nostra civiltà, di partecipare agli ambiti sociali dove si attesta con i fatti che ciò che si dice e ciò in cui si crede corrisponde alle opere che si compiono”.
La conclusione ha toni battaglieri, da Giorno del Giudizio. “La costituzione di questo nuovo ministero è più che mai urgente sia per consolidare il nostro fronte interno, facendo primeggiare una concezione dell’identità nazionale e della cittadinanza che ci unifichi e ci renda credibili e rispettabili, sia per fronteggiare con serietà e rigore la sfida più grave che incombe sul nostro popolo e sulla nostra civiltà”.
Insomma, per salvare l’Italia, serve un ministro dell’integrazione. Allam è pronto, oltre che sicuro: “al presidente Berlusconi non mancano né il realismo né il coraggio per fare una scelta necessaria per affrontare dalla radi¬ce questa emergenza storica”.
EP