Gli insulti durante l’allenamento dell’Olanda, e quelli (conditi da violenza) di Russia-Repubblica Ceca. Senza contare gli attacchi di Stormfront a Balotelli. La Uefa invoca “tolleranza zero”, ma gli arbitri, per ora non hanno fischiato
Roma – 11 giugno 2012 – Molti calci al pallone, nessuno al razzismo. Gli Europei 2012 sono partiti male.
Un reportage trasmesso qualche giorno fa dalla Bbc aveva già denunciato come tra gli ultrà delle curve polacche e ucraine abbondassero nostalgici del nazismo e suprematisti bianchi. ”Si può criticare la società ucraina per un sacco di cose, ma in termini di razzismo molti paesi dell’Unione Europea battono l’Ucraina per distacco” aveva replicato Oleh Voloshyn, portavoce del ministero degli Esteri ucraino, “Il razzismo non fa parte delle nostre usanze” aveva replicato il premier polacco Donald Tusk.
I razzisti però ci sono eccome, anche se non sono certo solo ucraini e polacchi, e non hanno atteso nemmeno l’inizio del campionato per farsi sentire. Mercoledì scorso, a Cracovia, la nazionale olandese si stava allenando a porte aperte nello stadio del Wisla quando un gruppo di tifosi locali ha insultato e fatto il verso della scimmia ai giocatori di colore in campo. ”Adesso, almeno, sappiamo cosa ci aspetta: un ambiente stupendo” ha ironizzato l’allenatore Bert van Marwijk.
Copione simile venerdì, quando le nazionali di Russia e Repubblica Ceca sono scese in campo a Breslavia.Molti tifosi russi hanno scelto come bersaglio il ceco di origine etiope Gebre Selassie e la partita è andata avanti, nonostante gli arbitri abbiano in questi casi la possibilità di sospenderla. Alcuni supporters russi hanno anche picchiato quattro stewards polacchi.
Poi c’è chi,come Mario Balotelli, diventa vittima senza nemmeno scendere in campo. È bastato che rivelasse durante una visita ad Auschwitz di avere un genitore ebreo per coalizzare gli anonimi razzisti di Stormfront: “Un negro adottato da ebrei? Solo esistendo riassume tutto lo schifo della società moderna!”
Intanto la Uefa fa sapere di aver “scritto ai sindaci delle città polacche e ucraine dove sono in programma allenamenti aperti al pubblico chiedendo che tutte le misure efficaci e necessarie – tra cui un aumento presenza della polizia – vengano attuate per evitare qualsiasi manifestazione di comportamento discriminatorio o razzista”.
“Le autorità – spiega una nota – assicurino che chiunque sia coinvolto in comportamenti razzisti venga immediatamente espulso dallo stadio e dalle sue vicinanze, e che venga avviato un procedimento penale nei confronti di tale individuo. E’ stata inviata anche una lettera al Ministro dello Sport polacco, Joanna Mucha, per chiedere il pieno sostegno delle autorità nel trattare questi temi importanti”.
“Un simile comportamento – insiste il massimo organo del calcio europeo- è totalmente incompatibile con la politica di tolleranza zero della UEFA nei confronti di qualsiasi intensifica comportamento discriminatorio. La UEFA è comunque fiduciosa che le autorità locali affrontino adeguatamente la questione”. Mentre si attendono più poliziotti, anche sospendere una partita per razzismo sarebbe però un ottimo segnale. Basta un fischio.