Stefano Camilloni
"Il flusso delle rimesse degli immigrati residenti in Italia verso i loro Paesi d'origine è il risultato di guadagni in gran parte sfuggiti agli obblighi fiscali"
Roma, 20 agosto 2012 – "Il bollettino della guerra sacrosanta dichiarata dal governo all'evasione fiscale si allunga ogni giorno di nomi e di circostanze nuove. Oggi veniamo pero' ad apprendere, grazie all'opera meritoria della Cgia di Mestre e del suo direttore Giuseppe Bortolussi, che il flusso delle rimesse degli immigrati residenti in Italia verso i loro Paesi d'origine e' il risultato di guadagni in gran parte sfuggiti agli obblighi fiscali".
Sono le parole di Osvaldo Napoli, del Pdl.
"Se e' vero – prosegue Napoli – quanto afferma Bortolussi che buona parte delle attivita' svolte dagli immigrati, cinesi in particolare, soprattutto nel manifatturiero, si sono affermate "eludendo gli obblighi fiscali e contributivi, aggirando le norme in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro e non rispettando i piu' elementari diritti dei lavoratori occupati in queste aziende che quasi sempre provengono anch'essi dalla Cina", viene da chiedersi quale e quanta attenzione l'Agenzia delle Entrate e la Guardia di Finanza abbia fino a oggi prestato verso un fenomeno importante se e' vero che soltanto la comunita' cinese ha rimesso in patria, nel periodo dal 2008 al 2011, qualcosa come 7,8 miliardi di euro.
Senza peraltro trascurare che questa forma di dumping economico – spiega Napoli – cioe' di concorrenza sleale tollerata in Italia a danno di imprese italiane, ha messo fuori mercato intere filiere produttive e commerciali di casa nostra. Nel caso specifico, gli accertamenti fiscali hanno un duplice valore: colpire l'evasione fiscale, da un lato, e ripristinare, dall'altro lato, una piu' corretta misura della ricchezza prodotta dalle singole nazioni. L'idea che imprenditori cinesi evadono le tasse impoverendo il fisco italiano e in cambio fanno ancora piu' ricca la Cina e' qualcosa che trovo inaccettabile".
