Il parere del Consiglio di Stato. "Sì a divieto in circostanze particolari di tempo e di luogo"
Roma – 31 marzo 2010 – Un divieto assoluto del velo integrale potrebbe venire contestato dal punto di vista giuridico, anche se l’obbligo del viso scoperto può essere giustificato da esigenze di sicurezza e di ordine pubblico in certi luoghi e circostanze.
Questo, in sostanza, il parere espresso dal Consiglio di Stato francese sul divieto del burqa. Un parere che il primo ministro, Francois Fillon, aveva richiesto a gennaio e che e’ stato consegnato ieri in un rapporto che esclude di fatto il divieto "generale e assoluto" che "non potrebbe trovare alcun fondamento giuridico incontestabile". Sì invece a un ‘perfezionamento” delle leggi che già vietano ”la dissimulazione del viso” e all’estensione del divieto ”in certe circostanze particolari di tempo e di luogo”.
Mentre il dibattito sul burqa che riguarda meno di 2 mila donne prosegue in Francia da circa mesi, Fillon ha chiesto ai deputati della maggioranza (Ump) di legiferare nelle prossime settimane.
Secondo il ministro dei Rapporti con il parlamento, Henri de Raincourt, ci sara’ dapprima una risoluzione parlamentare che fissi il principio che il velo integrale non e’ il benvenuto in Francia. In seconda battuta verra’ discusso il progetto di legge che "conterra’ le misure da prendere per raggiungere" l’obiettivo, ha spiegato il ministro alla radio.
Intanto, il Belgio potrebbe essere il primo Paese dell’Ue a vietare il burqa in modo assoluto. Oggi la commissione affari interni della Camera ha dato il primo sì a una proposta di legge che prevede una multa o una settimana di carcere per “chi si presenterà in uno spazio pubblico con il volto coperto, del tutto o in parte, che ne impedisca l’identificazione”. Se la commissione approverà la proposta, questa dovrà essere votata in aula il 22 aprile.