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Giorno della Memoria, Mattarella: “Ancora oggi razzismo e violenza”

Il Capo dello Stato: “Auschwitz testimonia quali sciagure sia capace di compiere l’uomo quando abbandona la strada della convivenza e della solidarietà e imbocca la strada dell’odio”

 

Roma – 27 gennaio 2017 – “Come fu possibile che nel cuore dell’Europa cristiana, l’Europa culla di civiltà, nella quale erano nati i diritti della persona, i principi di libertà, eguaglianza, fraternità, si infiltrasse un cancro tanto micidiale e distruttivo?”

Secondo il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, dovremmo chiedercelo tutti pensando ad Auschwitz e agli altri campi di sterminio, dove “dove furono uccise milioni di persone: ebrei, innanzitutto, ma anche dissidenti politici, zingari – come si diceva -, omosessuali, disabili mentali, prigionieri di guerra, testimoni di Geova e altre categorie perseguitate”. “Pensare, oggi: «Io non c’ero, non ero ancora nato», non può rendere estraneo al dovere di rispondere alla domanda posta da un fardello così opprimente”. 

Celebrando al Quirinale il Giorno della Memoria, Mattarella ha detto che “nulla deve fermare la nostra volontà di ricordare, anche se ci provoca tuttora orrore e dolore”. Anche perchè le cause di quell’orrore non sono purtroppo ancora relegato nei libri di storia. 

“Ancora oggi – ha sottolineato il Presidente  – dobbiamo chiederci: com’è possibile che, sotto forme diverse – che vanno dal negazionismo, alla xenofobia, all’antisionismo, a razzismi vecchi e nuovi, al suprematismo, al nazionalismo esasperato, al fanatismo religioso – ancora oggi si sparga e si propaghi il germe dell’intolleranza, della discriminazione e della violenza”?

“La giornata della Memoria, allora, non ci impone soltanto di ricordare, doverosamente, le tante vittime innocenti di una stagione lugubre e nefasta. Ma impegna a contrastare, oggi, ogni seme e ogni accenno di derive che ne provochino l’oblio o addirittura ne facciano temere la ripetizione. Auschwitz, oggi, è diventato un monumento contro l’orrore nazista. Ma è, e deve essere, anche la testimonianza, presente e consapevole, di quali sciagure sia capace di compiere l’uomo quando abbandona la strada della convivenza e della solidarietà e imbocca la strada dell’odio”.

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