Illegittime alcune parti dei regolamenti voluti dall’allora ministro Maroni per rispondere a una presunta “emergenza rom”. La Consulta Rom e Sinti di Milano: “Risultato straordinario, ma rimangono le ferite della politica dell’odio”
Milano – 21 novembre 2011 – Il Consiglio di Stato con sentenza del 16 novembre ha respinto i ricorsi di Presidenza del Consiglio dei Ministri, Ministero dell’Interno, Dipartimento della Protezione Civile e Uffici Territoriali del Governo di Milano, Roma e Napoli che avevano impugnato la sentenza del Tar del Lazio che il primo luglio 2009, accogliendo la denuncia dell’ERRC (European Roma Right Center) e di una famiglia rom di Roma, aveva dichiarato illegittime alcune parti dei regolamenti emessi a Milano, Roma, Napoli e poi estesi a Torino e Venezia dai prefetti nominati dal ministro dell’Interno “commissari straordinari per l’emergenza nomadi”.
La sentenza, si legge nel comunicato della Consulta Rom e Sinti di Milano, dichiara “illegittimo lo stato di emergenza rom, decretato sull’onda di nulla se non di un uso strumentale dei rom come capro espiatorio e di una rincorsa elettorale dell’onda razzista”. Di conseguenza “l’illegittimita’ del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 21 maggio 2008 deve comportare secondo i comuni principi la caducazione, per illegittimita’ derivata, di tutti gli ulteriori atti impugnati, e quindi non soltanto delle ordinanze presidenziali del 30 maggio 2008 di nomina dei Commissari delegati per l’emergenza, ma anche di tutti i successivi atti commissariali”.
Per la Consulta Rom e Sinti di Milano questo e’ “un risultato straordinario che ripristina il rispetto della Costituzione italiana a partire dall’uguaglianza di fronte alla legge senza distinzioni di razza, di lingua, di religione, e nel contempo rende possibile una stagione diversa per le comunita’ rom e sinte”.
“Molte sono pero’ -aggiunge la Consulta Rom e Sinti- le ferite inferte finora dalla politica dell’odio e della discriminazione che dovranno essere sanate, anche, con le opportune azioni legali, chiedendo conto ai vari De Corato di quanto fatto utilizzando un regolamento illegale che sanciva la retroattivita’ della pena, il principio nazista della responsabilita’ collettiva anziche’ personale, oltre a norme abbiette come quelle che impedivano persino di ricevere la propria madre nel proprio container”.
Ma, “soprattutto, la Consulta chiede la immediata sospensione di ogni azione che fa riferimento al ‘piano Maroni’ e un incontro urgente con l’amministrazione comunale per ridiscutere tutta la politica comunale nei confronti dei Rom e dei Sinti di Milano”.