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In Ungheria non passa la riforma anti profughi di Viktor Orban 

Dopo il referendum senza quorum, anche il Parlamento boccia le modifiche alla Costituzione per fermare il ricollocamento. È mancato l’appoggio degli ultranazionalisti xenofobi di Jobbit

 

Budapest – 8 novembre 2016 –  Nuova schiaffo per Victor Orban, il premier ungherese che si oppone alla redistribuzione dei profughi decisa da Bruxelles. 

Stamattina il parlamento magiaro ha bocciato la riforma costituzionale appoggiata dal governo che avrebbe bloccato il ricollocamento in Ungheria di una piccola quota dei richiedenti asilo sbarcati in Grecia e in Italia. Era il piano B di Orban dopo che un referendum sullo stesso tema indetto lo scorso ottobre non aveva raggiunto il quorum del 50%, pur incassando il 98% di si. 

Gli emendamenti bocciati oggi non sono passati per soli due voti. Non è bastato l’appoggio di tutti i parlamentari del Fidesz, il partito di destra del premier, sarebbe servito anche quello di Jobbik, partito xenofobo e ultranazionalista che pur appoggiando la linea anti-immigrati la voleva ancora più dura. 

In particolare, nei giorni scorsi, il, leader di Jobbik Gabor Vona aveva attaccato il piano del governo di dare il permesso di soggiorno agli stranieri che comprano almeno 300 mila euro di titoli di stato ungheresi: “Né i ricchi migranti, né i ricchi terroristi devono poter venire in Ungheria”. Oggi, dopo il voto, i parlamentari di Jobbik hanno alzato cartelli con il logo di Fidesz scritto in caratteri arabi e con sopra scritto: “Il traditore e’ chi lascia entrare i terroristi per soldi”

Quella di oggi, ha commentato l’analista Zoltàn Cegledi,  “è una disfatta della politica di potere del premier, che mette Orban nella difficile posizione di dover spiegare perché da qualche tempo egli non riesce a conseguire nessun risultato concreto che sia in linea con le sue posizioni”.

 

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