Il primo ministro libico Ali Zidan Mohammed: “Argineremo i flussi. Ci servono risorse, mezzi e know how, ma bisogna anche creare sviluppo nei Paesi d’Origine”
Roma -4 luglio 2013 – “La stabilizzazione delle istituzioni in Libia interessa l’Italia in primo luogo e interessa tutto il Mediterraneo. Questo è necessario per controllare i flussi di immigrati clandestini e per far sì che questo controllo possa avvenire con pieno rispetto delle regole internazionali e naturalmente con rispetto delle regole legate al diritti dell’uomo”.
Lo ha detto oggi pomeriggio il presidente del Consiglio Enrico Letta al termine di un incontro a Palazzo Chigi con il primo Ministro della Libia Ali Zidan Mohammed.
Letta ha spiegato che l’ Italia offrirà “aiuto e sostegno” alla Libia per l’addestramento di 5000 unità delle forze armate libiche, compresa la guardia di costiera e fornirà strumenti per il controllo dei confini.
“Il controllo non riguarda solo la costa, ma anche il sud, in particolare la frontiera del Ciad, che è la più complessa da gestire” ha sottolineato il premier italiano. “Per noi – ha ribadito – il controllo delle frontiere e la gestione dei flussi di immigrati clandestini sono una grandissima priorità ed è prioritario che la nostra cooperazione trovi dei risultati positivi e riesca a gestire questo fenomeno oggi purtroppo incontrollato”.
Ali Zidan Mohammed ha assicurato che “in Libia faremo tutto lo sforzo di cui siamo capaci per arginare il fenomeno dell’immigrazione clandestina” e ha spiegato di aver chiesto la “cooperazione dell’Italia per le infrastrutture necessarie per il controllo del confine meridionale. Quindi per centri di accoglienza degli immigrati, punti di controllo per le forze di polizie di frontiera e tutti gli attrezzi necessari per il pieno controllo del confine”.
“Noi crediamo – ha aggiunto il premier libico – che tutti questi sforzi volti ad arginare l’immigrazione clandestina debbano vedere una cooperazione da parte di tutti gli Stati del nord del Mediterraneo attraverso aiuti concreti sul piano finanziario, sul piano tecnico e nel know how”.
“Ribadisco all’Italia e ai Paesi dell’Unione europea – ha concluso Ali Zidan Mohammed – che noi saremo in grado di affrontare questo fenomeno e di arginarlo. Tuttavia una soluzione richiede anche interventi sul piano dello sviluppo, con progetti di sviluppo a monte, nelle zone dove origina immigrazione clandestina, che stabilizzino gli immigrati là dove stanno, nelle loro patrie”.