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Lampedusa, protesta tragica nel Centro d’accoglienza

Quattro ospiti del centro tentano il suicidio, altri hanno iniziato lo sciopero della fame

Roma – 7 febbraio 2009 – Nel Centro di prima accoglienza di Lampedusa ieri quattro cittadini tunisini hanno tentato il suicidio cercando di impiccarsi con i propri indumenti o ingoiando bulloni e lamette. Uno di loro presenta profonde ferite alla  trachea ed è stato trasferito all’ospedale di Palermo.

Dietro il loro gesto, la disperazione e una forma estrema di protesta contro l’imminente rimpatrio. Stesse motivazioni che hanno spinto altri ospiti del centro di accoglienza ad iniziare da ieri lo sciopero della fame.

"Quanto sta accadendo è espressione di un grande disagio e di una disperazione da parte di persone che comprendono che non hanno piu’ nulla da perdere dopo che hanno saputo che 120 connazionali sono stati rimpatriati in Tunisia. Temono per la loro stessa sorte e per quello che gli succederà in quel Paese dopo aver perso l’occasione della loro vita" commenta Laura Boldrini, portavoce dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite (Unhcr).

"Questi gesti disperati, – aggiunge  -che si verificano con piu’ frequenza nelle strutture detentive, erano prima veramente rari nel cpa di Lampedusa perchè era una realtà di transito. Adesso che nei fatti è cambiata la sua natura in centro per l’identificazione ed espulsione, assisteremo ad altri drammatici episodi" aggiunge Boldrini. 

Un’equipe di prefetti e funzionari di polizia inviati dal ministero dell’Interno, sta vigilando sulla protesta.
Intanto il Viminale ha annunciato oggi l’apertura a Lampedusa di un centro di formazione. È destinato agli immigrati che sbarcano sull’isola, che potrebbero frequentarlo mentre vanno avanti le procedure di identificazione e rimpatrio.

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