"Mons. Marchetto sbaglia e Fini non lo capisco" ROMA, 9 maggio 2009 – "Tutte le accuse che mi sono state fatte, anche da monsignor Marchetto, sono destitute di fondamento".
Lo dice il ministro dell’Interno Roberto Maroni in una intervista al ‘Foglio’ in cui replica, tra l’altro, al segretario del Pontificio consiglio per i migranti e gli itineranti.
"E’ piuttosto grave, io credo, che un responsabile, una persona che dovrebbe essere informata come il monsignore, lanci al governo italiano l’accusa di aver violato gli accordi internazionali -dice Maroni-. Penso che risponderò pubblicamente e comunque ho segnalato la cosa a palazzo Chigi, perchè non si puo’ far finta di nulla"; "già una volta Marchetto e’ stato smentito dalla sala stampa del Vaticano, che disse ‘parla a titolo personale’ su una vincenda simile di immigrazione".
"Sentire oggi le critiche per un accordo fatto da Amato, per la serie: ipocrisia e tonnellate", dice ancora il ministro sottolineando che "il respingimento alle frontiere e’ una procedura prevista dalle normative europee". Maroni risponde anche a Fini: "La lotta all’immigrazione clandestina o si fa o non si fa. Trovo francamente incomprensibili alcune sue dichiarazioni, mi e’ spiaciuto per esempio che oggi non sia venuto alla festa della polizia, mi sembra la prima volta che un presidente della Camera non partecipa, penso sia spiaciuto anche a tutti i poliziotti. Confesso di faticare a capire il suo disegno".
Maroni aggiunge: "Capisco che chi come An negli anni passati ha tenuto posizioni anche piu’ dure della Lega si senta in difficiolta’ e cerchi di recuperare magari strumentalizzando dichiarazioni improvvide come quella di Matteo Salvini. Ma sul tema sicurezza non c’e’ gara"; "sono certo che il tempo e’ galantuomo e alla fine noi recupereremo elettori del Pdl alla Lega e non viceversa".